Minardi, "Ferrari molto nervosa. Hamilton un campione, Leclerc rischia l'eclissi"

di Lorenzo Pastuglialunedì 31 marzo 2025
Minardi, "Ferrari molto nervosa. Hamilton un campione, Leclerc rischia l'eclissi"
4' di lettura

Il flop Ferrari in Cina, il cambio Red Bull tra Tsunoda e Lawson che ha portato Yuki a Milton Keynes e Liam a Faenza. Il Mondiale di Formula 1 è partito col botto, animando un inizio dominato dalle McLaren.

Gian Carlo Minardi, il 77enne ex fondatore del team che oggi porta il nome di Racing Bulls, ha detto la sua, in attesa che si torni in pista tra una settimana per il Gran Premio del Giappone.

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Inizio difficile per la Ferrari. Se lo aspettava? 
«No, ma non lanciamo l’allarme. L’anno scorso ci furono difficoltà in partenza e restano ancora 22 gare. Basta un nulla per passare dalle stelle alle stalle, come vale per gli altri team».
Nei giorni passati Vasseur (team principal Ferrari, ndr) ha parlato di una vettura che potrebbe incappare in altre squalifiche per cercare quei decimi in più nei confronti delle McLaren. Le sembra strano? 
«In F1 si cerca di tirar fuori il massimo del potenziale da una monoposto, ma le regole sono regole e nella storia Ferrari due squalifiche in uno stesso weekend non erano mai capitate. Se poi gli altri big team, eccetto la Mercedes (squalificata a Spa con Russell), non sono incappati in sanzioni, allora occorre trovare margine per rimanere nel regolamento. Sul lato tecnico confido nella crescita della SF-25, per il lato sportivo c’è da migliorare. Il team è nervoso e anche con le strategie è stato fatto un passo indietro».
Sempre Vasseur, in inverno, ha parlato di una monoposto “stravolta al 99%” rispetto al 2024. Non le fa strano con un Mondiale Costruttori chiuso a 14 punti dalla McLaren? 
«La SF-25 va forte con l’assetto basso, ma non si adatta a tutte le condizioni. Da team principal avrei proseguito sulla filosofia di scorso anno, ma a parlare da fuori è facile. L’auto è il frutto della “non continuità”, perché in Ferrari oggi c’è un nuovo direttore tecnico arrivato dalla Mercedes (Loic Serra, ndr) che ovviamente doveva portare modifiche rispetto ad alcuni concetti introdotti da Cardile (all’Aston Martin dall’estate). È solo uno di 8-9 anni di cambiamenti che si susseguono nel team. Non dare continuità può significare incappare in errori».
Per Hamilton un inizio difficile, ma subito la vittoria della Sprint in Cina. Un avviso per Leclerc? 
«Un campione come lui appena ha occasione di vittoria la sfrutta, poi è normale la difficoltà iniziale di adattamento. A Melbourne non è andato bene, in Cina meglio. Leclerc è velocissimo e per questo non si lasci eclissare da Lewis emotivamente, altrimenti meglio cambiar mestiere».
La battaglia al vertice pare una questione tutta McLaren. 
«Io tifo Piastri, per i risultati ottenuti nelle serie minori (le vittorie in Formula Renault, F3 e F2), anche se Norris ha tutto per vincere il Mondiale.Deve essere più costante, nel 2024 ha avuto alti e bassi, e non credo sia per la testa. È normale che un pilota passato dal lottare per le retrovie alle posizioni di testa debba crescere. Sono sicuro che Stella (team principal di Woking) saprà gestire entrambi i piloti al meglio, come visto a Melbourne».
Sorprendente il cambio Tsunoda-Lawson in casa Red Bull. Da ex team principal avrebbe fatto lo stesso? 
«Io avrei dato fiducia a Liam, perché veniva da un finale di 2024 migliore di Tsunoda. Specie con una RB21 nervosa e ancora da capire. Se fosse stato veramente “bollito”, come lo ha definito Marko (consigliere Red Bull), allora non avrebbe dovuto correre neanche per la Racing Bulls. La responsabilità è anche di Helmut, che ha potere nelle scelte».
Anche lei però cambiò nel corso di una stagione... 
«Vero, ma considerando il valore del pilota entrante. Ripenso al 1988, quando salutai Campos per Martini, che ritornava in F1 dopo la prima esperienza con me nel 1985. Non mi sbagliai, dato che a Detroit Pierluigi andò subito a punti. Per scegliere lui dissi addio anche al ricco sponsor che Adrian aveva portato con sé, ma con lui i rapporti sono rimasti ottimi fino alla sua morte (nel 2021), tanto che mi segnalò Fernando Alonso».

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La scelta di Tsunoda in Red Bull fa felice soprattutto Honda, fornitrice delle power unit al team e pronta a pagare 20 milioni per vedere Yuki sulla RB21. Si tratta del doppio della cifra rispetto all’esperienza in Racing Bulls. Quando il denaro conta... 
«I soldi valgono più di qualsiasi parola, anche se la Red Bull non aveva bisogno di 10 milioni in più rispetto a prima. Così rischia di bruciare anche Tsunoda se non reggerà la pressione di Verstappen, come in passato è già successo con altri piloti (Gasly, Kvyat, Albon e Pérez)».
Se Lawson ha deluso, Antonelli ha iniziato alla grande in Mercedes. È sorpreso? 
«Non ho mai avuto dubbi, perché ha un talento che hanno in pochi. Ingiusto che la stampa italiana sia stata troppo dura a criticarlo quando andò a muro nelle FP1 di Monza l’anno scorso. Ricordo che nelle libere del GP di Jerez 1989 fermai un certo Alonso, che sotto la pioggia stava facendo cose ben oltre il limite rispetto a quanto un pilota debuttante non dovesse fare».