Il suo arrivo ha scaldato il popolo rossonero, dopo un girone d’andata deludente che ha piazzato la squadra lontanissima dal primo posto, e poi sempre più giù, lontana dalla zona Champions. Dopo un arrivo convincente, con l’assist in Milan-Roma di Coppa Italia e i gol contro Empoli, Verona e gli ex del Feyenoord, nella sfida di ritorno dei playoff di Champions, costati l’eliminazione, ora Santiago Gimenez è all’asciutto da oltre un mese, ma non è preoccupato: “Abbiate fede — le sue parole al Corriere della Sera — i gol arriveranno, ne sono sicuro. L’importante è che vinciamo, come è successo nelle ultime due partite. Se segna Rafa (Leao, ndr) o Christian (Pulisic) o un altro compagno, è uguale. Col mister Conceicao stiamo lavorando duro. Non siamo contenti della classifica. Ma non è ancora finita".
Da lui i tifosi si aspettano molto: “E per me è un onore — ha aggiunto il messicano — San Siro è indescrivibile, per chi non ci è mai stato. So che si aspettano molto da me, perché sono giustamente esigenti, per i grandi centravanti che ci sono stati nel passato. Ibrahimovic, Kakà, Ronaldinho. Io al Feyenoord ho segnato tanti gol. È il momento di iniziare a segnarli anche qui”. Al quarto posto Gimenez crede molto: “Tutta la squadra lo vuole, ma non dobbiamo guardare la classifica — ha aggiunto — Pensiamo solo a vincere partita per partita. Come la Coppa Italia. Non vedo l’ora di giocare il derby, sono ansioso. Ora pensiamo al Napoli, poi ci sarà l’Inter".
Nell’intervista si è parlato anche del suo rapporto con la religione. Iconica la sua esultanza dopo un gol, inginocchiato e con le dita puntate al cielo, rivolte al signore: “Quando avevo 17 anni mi hanno diagnosticato una trombosi al braccio — ha raccontato Gimenez — Ho subito tre operazioni, sono stato fermi sei mesi. A un certo punto i medici mi hanno detto chiaramente che se l’ultimo esame non fosse andato bene avrei dovuto smettere col calcio. È stato lì che ho incontrato Dio nella mia vita. Ho pregato perché non facesse finire il mio sogno di diventare calciatore. Tutto è andato bene”. Su Instagram il suo soprannome è ‘Soldado de Cristo’ (“Soldato di Cristo”), questo perché "c’è un passaggio nella Bibbia che parla dell’armatura di Dio — conclude — Lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito che è la Parola di Dio. È un passaggio che amo. Sono qui per compiere il suo proposito. Prima di tutto come uomo, poi come calciatore".