Simone Inzaghi è una miniera d'oro per l'Inter: ecco perché

di Pasquale Guarromartedì 25 marzo 2025
Simone Inzaghi è una miniera d'oro per l'Inter: ecco perché
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Lo scudetto della seconda stella lo lasciava già immaginare, ma ieri è arrivata anche la conferma da Coverciano: Simone Inzaghi si è aggiudicato la Panchina d’Oro, premio riconosciutogli dagli stessi colleghi che lo hanno eletto con 26 preferenze, ben 12 in più rispetto al secondo classificato, ovvero Gian Piero Gasperini. «È un orgoglio vincere questo premio ha spiegato Inzaghi - così come ritirarlo a Coverciano. Sono onorato del fatto che i miei colleghi mi abbiano votato, perché sono gli stessi che incontro ogni domenica e da cui si impara sempre. Non dimentico dirigenza e proprietà che mi hanno sempre supportato, anche quando abbiamo attraversato tempi duri». E ancora: «Un pensiero va anche ai miei giocatori che in questi quasi 4 anni hanno sempre cercato di dare il massimo. Giocare così tanto non è semplice, ma ho la fortuna di avere giocatori così a fianco». Grande soddisfazione anche in viale della Liberazione, dove da qualche settimana stanno pianificando il rinnovo del tecnico, slegando il tutto da obblighi di vittoria e comprendendo invece il prolungamento all’interno di una considerazione molto più ampia, che riguarda tutti gli obiettivi raggiunti dall’Inter, dentro e fuori dal campo.

Le statistiche del suo quadriennio, a confronto con quelle del quadriennio precedente, spiegano il percorso virtuoso intrapreso, con un notevole incremento nel rapporto ricavi da campo/spese sul mercato: dal 2017 al 2021, infatti, l’Inter ha incassato 530,299 milioni di euro dalle competizioni cui ha preso parte (132,575 di media a stagione). Al rialzo i dati dal 2021 al 2025 (ancora in corso), che hanno portato nelle casse del club di viale della Liberazione 748.894 milioni di euro (187, 224 di media a stagione), carburante per un club che ha attraversato una grave e profonda crisi economica, accertata dalle risorse investite sul mercato: da quando Inzaghi siede sulla panchina dell’Inter, il club ha investito sul mercato un totale di 253,692 milioni, ma allo stesso tempo ne ha ricavati 314,304 dalle cessioni, portando a un saldo positivo di 60,612 milioni. Il dato è significativo, soprattutto se pensiamo che nel quadriennio composto dai due bienni (Spalletti e Conte), l’Inter ha investito sul mercato un totale di 552,806 milioni, ricavando dalle cessioni “appena” 243,574 milioni, facendo conseguire un saldo negativo di 309,232 milioni. Il solo biennio di Spalletti 2017-19, è costato più dell’intero quadriennio di Inzaghi: 269,622 spesi sul mercato per il tecnico toscano, 253,692 milioni spesi per Inzaghi.

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Il parallelo con Conte è ancora più clamoroso se pensiamo che lo sforzo prodotto dal club per soddisfare il tecnico salentino in ambito di mercato fu di 283,184 milioni in soli due anni. 140,121 sono i ricavi dalle cessioni nel biennio di Spalletti, mentre 103,453 sono quelli ricavati dalle cessioni nel biennio Conte. I numeri sono chiarissimi e non lasciano spazio a interpretazioni, per l’Inter Simone Inzaghi è una miniera d’oro. Ad Appiano si può sorridere anche per Lautaro, il capitano è in miglioramento e punta il derby di Coppa Italia. Meno sorrisi per Dumfries: confermata la distrazione muscolare, riaverlo per l’andata contro il Bayern sarebbe un successo.

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