"Che atmosfera fantastica! Fonseca e Tien sono due talenti incredibili. Il tennis non è poi così rotto". Quello di Andy Murray, lo scozzese che con Federer, Nadal e Djokovic ha formato i "Fab 4" del tennis mondiale degli ultimi 20 anni e che oggi allena proprio il 37enne serbo, a prima vista sembrerebbe un "innocente" post da appassionato di racchetta che guarda le partite del Miami Open, il secondo Masters 1000 della stagione. Secondo i più maliziosi, sarebbe invece una sottile presa di distanze dal manifesto della PTPA, la Professional Tennis Players Association. Vale a dire, il nuovo sindacato dei giocatori fondato proprio da Djokovic. Un bel cortocircuito, insomma.
Ricapitoliamo: qualche giorno fa è stata annunciata in pompa magna la nascita della PTPA, in chiara e fragorosa polemica con Atp, Wta, Itf e ITIA. La minaccia dei "ribelli", guidati da Nole e dal collega Vasek Pospisil, è addirittura quella di intraprendere azioni legali nei confronti dei quattro maggiori organi governativi del tennis.
Sulla carta, la battaglia è soprattutto economica e finanziaria, volta a far ottenere ai giocatori guadagni maggiori di quelli attuali. Ma al di là della spartizione della (ricca) torta, a far rumore sono stati gli argomenti di critica utilizzati da Djokovic & co. Il principale dei quali è Jannik Sinner, preso come esempio di una malagestione del dossier doping. E non è un caso che tra i firmatari della nuova organizzazione ci sia proprio il nemico numero 1 dell'italiano. Nick Kyrgios.
Lo stesso Djokovic, un po' imbarazzato, ha quasi preso le distanze dalla sua creatura contestando alcun passaggi particolarmente duri del comunicato ufficiale. Quelli sull'altoatesino, certo, ma pure quello in cui si definisce il tennis "rotto", con "giocatori intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e ne mette a repentaglio salute e sicurezza". Ecco, proprio quel "rotto" che Murray ha usato non a caso su X.