
Lewis Hamilton struggente: "La prima volta in cui vedo mamma felice", il ruolo della Ferrari

Ancora non crede ai suoi occhi, Lewis Hamilton, di correre da questa stagione per la Ferrari, il team che ha sempre sognato. L’inglese ha esordito oggi nelle prime libere di Melbourne, chiudendo le FP2 a soli quattro decimi da Leclerc, che ha chiuso avanti a tutti. Nella lunga intervista al Corriere della Sera si è lasciato andare a un lungo racconto, parlando anche di sua mamma, Carmen Larbalestier, presente a Fiorano quando a gennaio Lewis ha guidato per la prima volta la Ferrari in pista: “I miei hanno sacrificato tutto per me, mamma mi ha lasciato vivere con papà perché potessi finanziare la carriera da pilota — ha raccontato Lewis —, quindi ha rinunciato a un figlio ed è stato duro. È la prima volta dopo tanto tempo che è felice di vedermi correre, lo è perché sono passato alla Ferrari. A Fiorano le ho detto: ‘Sei contenta?’. E lei mi ha risposto di sì. E io: ‘Ma come? Non lo sei mai quando giro in pista’. Allora ci siamo abbracciati”.
Quando tornerà in Italia, in futuro, “voglio tornare al Castello di Milano per conoscerne la storia — ha aggiunto — Quando ero là ho chiesto a qualcuno in squadra di raccontarmela. Ma non sapevano e non c’era tempo: vorrei scoprire di più anche sulla città e sugli aspetti culturali. Poi devo visitare le Dolomiti e la Sicilia”. Il primo ricordo della Ferrari invece “era un Gp dell’epoca di Schumacher — ha aggiunto — Ancora prima la collego ad alcuni film, ne guardavo tantissimi. Un’auto rossa, in ‘Ferris Bueller’s Day Off', per questo ho voluto rifarne un pezzo in un video pubblicato sui social”.
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Lavorare al cinema con Brad Pitt al film sulla F1, in uscita su Apple TV, “è stata un’esperienza incredibile, una passione vera — ha aggiunto — C’erano due sceneggiature sul mercato, Joe Kosinski, il regista, mi ha convinto con la sua. Volevo una storia spettacolare ma autentica, per conquistare i nuovi ma anche i vecchi appassionati”. Brad ormai “è un ottimo pilota — ha detto ancora — La prima volta siamo andati insieme in un posto vicino a Los Angeles e abbiamo guidato tutto il giorno. Mi è piaciuto il suo entusiasmo: “Posso recitare e anche guidare”. È andato a fare i test nei circuiti con le F2, si è allenato. Sono un suo grande fan, è un piacere portarlo in macchina e adesso mi fido se c’è lui al volante”.
La lotta al razzismo “è per un ambiente più inclusivo, bisogna continuare a spingere — ha detto —. La mentalità della gente non cambia dall’oggi al domani, dobbiamo parlarne e agire. Per i ragazzini che ci guardano, altrimenti questo mondo tornerebbe a essere uno spazio tutto dominato dagli uomini. Vediamo che succede dai governi, negli Usa stanno facendo passi indietro e respingono certe tematiche”. Le persone che hanno più ispirato Lewis “sono Gandhi e Mandela, i miei modelli — ha spiegato — Inoltre, gente che ho conosciuto o frequento: Michelle Obama, è straordinaria. Mellody Hobson, mia socia nei Broncos. È come una sorella maggiore, è una guida: se mi viene un’idea la chiamo”.
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A fine stagione, Lewis sarebbe felice “se arrivassi primo, voglio vincere e la Ferrari pure: insegue il Mondiale costruttori da un po’ e io voglio aiutarla — ha concluso — È presto per fare pronostici ma voglio crescere e anche migliorare il mio italiano. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato e dare sempre il massimo, sarei felice se fosse così”.
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