
Arrigo Sacchi, "un ottimo inizio". Le (sconcertanti) parole su Thiago Motta

Nei giorni più burrascosi dell’esperienza di Thiago Motta sulla panchina della Juventus, successivi all’ultimo tonfo casalingo contro l’Atalanta (0-4 ed il portiere Di Gregorio migliore in campo), arriva un assist all’allenatore da chi non t’aspetti, cioè da un suo ex-collega, uno dei più esigenti in termini di bellezza di gioco collettivo… Arrigo Sacchi!
L’ex-allenatore del Milan ed ex-ct dell’Italia, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, difende la scelta del club bianconero di essersi affidato a Motta per ricostruire un ciclo vincente. Queste le sue parole: “Credo che abbiano intrapreso la strada giusta, anche se può sembrare assurdo dirlo nel giorno in cui subiscono una simile batosta. Ma aver scelto un allenatore come Thiago Motta, che crede in un certo tipo di gioco, penso sia un ottimo inizio. Certo, ci vuole pazienza e ci vuole tempo per arrivare al massimo. Soprattutto, bisogna riuscire ad andare oltre certe delusioni per inseguire l’idea giusta”.
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Che questo assist di Sacchi all’italo-brasiliano contenga anche delle ruggini per esperienze passate non deve sorprendere. Innanzitutto è storia nota che non corra buon sangue tra lui e Massimiliano Allegri, l’uomo invocato a gran voce dai tifosi in uscita dallo Stadium, delusi e incavolati, con cui Sacchi ha avuto in passato screzi “televisivi” basati sulle diverse filosofie di calcio professate.
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In più, l’allenatore che ha rivoluzionato il calcio moderno non può dimenticare che anche lui ha vissuto una situazione analoga, prima di compiere la scalata al calcio mondiale. Nel 1987, dopo i primi mesi alla guida del Milan, infatti, la squadra non ingranava e una pesante sconfitta casalinga (in realtà, però, si giocava al Via del Mare di Lecce, ndr) ad ottobre, nell'andata dei sedicesimi di finale di Coppa UEFA contro l'Espanyol, costò poi l'eliminazione dei rossoneri dal torneo (al ritorno, in Spagna, fu 0-0).
La piazza gridava a gran voce il nome di Fabio Capello, i giocatori faticavano ancora a capire la visione dell’allenatore. A quel punto, quindi, intervenne il presidente, Silvio Berlusconi, che in spogliatoio alla squadra disse: “Sacchi è l’allenatore che ho scelto io e resterà anche l’anno prossimo. Di voi, invece, non so chi resterà”. Quella semplice frase fece capire alla squadra che bisognava darci dentro e da lì partì la scalata che tutti i tifosi del Milan, e poi tutto il mondo, conoscono a memoria. Da qui, probabilmente, l’idea di Sacchi che la Juventus debba insistere anche con Motta, nonostante tutto faccia propendere per il contrario.
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