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Bruno Pizzul, il retroscena di Marco Civoli: "Una volta lanciò il suo telefono in un fiume"

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Ieri, mercoledì 5 marzo, è morto all'età di 86 anni Bruno Pizzul, storico telecronista del calcio italiano. Tutto il mondo dello sport è in lutto. Se ne è andata la voce che ci ha raccontato 5 mondiali disputati dagli Azzurri e svariate finali europee delle nostre squadre. "Per una quindicina d'anni abbiamo lavorato assieme, a Milano. Per me è sempre stato un punto di riferimento, e in generale per tutti noi, per quelli più giovani", ha raccontato Marco Civoli in un'intervista rilasciata a Fanpage.

"Ci ha dato tanto - ha proseguito Civoli -. Dalle cose più semplici, al fatto di non prendersi molto sul serio. Secondo lui il telecronista non doveva sostituirsi all'evento. Il telecronista piuttosto doveva interfacciarsi con il pubblico, doveva essere una sorta di traghettatore. L'evento era la cosa più importante. Chi fa una telecronaca deve descrivere quello che vede, non deve diventare personaggio oltremisura".

 

 

 

Civoli ha poi rivelato anche uno degli aneddoti più curiosi della vita di Pizzul. Il telecronista non amava troppo la tecnologia. "Una volta scherzando mi disse che non amava la tecnologia - ha confidato -. A lui fu consegnato uno dei primi telefonini, che era un pezzo preistorico in rapporto a quelli di oggi. Una volta gli dissi: ‘Ma non ce l'hai il telefono qui in America Zio Bruno?'. Lo chiamavo così. Mi rispose: ‘No, l'ho buttato nell'Hudson'. Credo di averlo visto raramente davanti a un computer".

 

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