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Jannik Sinner, la visione di Riccardo Piatti: "Quando lo allenavo..."
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Riccardo Piatti torna a parlare di Jannik Sinner in un'intervista esclusiva rilasciata a Tennis Majors dal suo centro di Bordighera. Piatti, ex allenatore del numero 1 al mondo e tra i più quotati coach a livello mondiale, ricorda la strategia che adottò con Sinner: "Quando allenavo Jannik, avendo già lavorato con Djokovic in passato, il mio obiettivo specifico era progettare un giocatore capace di battere Nole. Studiavo minuziosamente ogni aspetto del gioco di Djokovic, e questa osservazione analitica ha guidato lo sviluppo del tennis di Jannik".
Piatti rimarca come l'evoluzione del tennis segua una logica darwiniana, con nuovi talenti concepiti tecnicamente per affrontare i dominatori attuali. E il coach prevede che il prossimo passo evolutivo sarà identificare e plasmare un giovane talento che, tra otto o dieci anni, possa sovvertire il dominio di giocatori come Alcaraz e Sinner.
Sul confronto tecnico tra Sinner e Djokovic, Piatti osserva: "Se analizziamo Sinner in rapporto a Djokovic, possiamo rilevare una meccanica e una mobilità simili, ma i colpi di Jannik hanno ora una potenza superiore. Naturalmente, Nole è in una fase diversa della carriera, ma ritengo che Jannik abbia sviluppato un plus significativo in questo aspetto".
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E ancora, riflettendo sul suo rapporto col ragazzo di San Candido, Piatti snocciola un retroscena che la dice lunghissima: "Due anni prima della nostra separazione, comunicai a Jannik che una volta raggiunto un certo livello, avrei ritenuto opportuno affiancarlo con altre figure tecniche. Ma prima doveva completare la sua formazione". Una sorta di visione, dunque, molto lungimirante. Dunque il coach si dice molto soddisfatto per gli otto anni di lavoro condiviso, durante i quali gli obiettivi sono sempre stati chiari. Nel 2021, quando Sinner era già numero 9 al mondo, Piatti sottolineava l'importanza di considerare gli errori come parte integrante del processo di crescita, affermando che l'unico vero fallimento sarebbe stato ripetere lo stesso errore. Cosa che Jannik, ad oggi, proprio non ha fatto.
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