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Juventus, ecco come sono stati bruciati 150 milioni di euro: si mette male...

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Renato Bazzini
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Tre giorni prima di battere la Juventus a Torino, l’Empoli ne prendeva cinque dall’Atalanta in casa. Era la quarta sconfitta consecutiva, la nona nelle ultime undici partite. Una crisi che più nera non si poteva, l’occasione ideale per stare zitti ed esonerare D’Aversa, invece subito dopo la gara si presentava il direttore sportivo Gemmi per confermare l’allenatore. Dopo la «vergognosa»- così l’ha definita Thiago Motta - prestazione della Juventus proprio contro l’Empoli e conseguente uscita di scena dalla Coppa Italia, nessun dirigente del club bianconero si è presentato al fianco di Thiago Motta che è giovane ma ha la personalità per assumersi la responsabilità della figuraccia, però le colpe non sono solo sue. E mandarlo da solo rischia di far passare il messaggio per cui la società ha abbandonato il tecnico, un po’ come accadde a Fonseca nella famosa serata dell’esonero. La differenza è che il Milan davvero stava per esonerare il mister mentre la Juventus non ne ha intenzione, quindi la latitanza è un autogol.

Il peccato originale è che la Juventus non sta spiegando cosa sta facendo nonostante stia facendo una cosa molto complicata, la più complicata quando sei una big: costruire una base che duri nel tempo. Siccome il deus ex machina di questo progetto è Giuntoli, è a lui che bisogna guardare, è la sua voce che bisogna pretendere. È nel suo stile apparire poco e, quelle rare volte, essere stringato, però dopo l’Empoli serviva. Forse la notte ha portato consiglio dato che ieri è stato chiesto e ottenuto uno spazio esclusivo a Sky Sport per fare un rapido punto. Sulla prestazione: «È stata inspiegabile, venivamo da quattro vittorie consecutive in campionato. Siamo in linea con quanto detto dal mister: è stata una prestazione inaccettabile».

 

Sugli obiettivi: «Ci siamo trovati con Scanavino, Ferrero e Thiago Motta e a mente fredda abbiamo parlato alla squadra: siamo tutti convinti, e i giocatori per primi, di poter fare di più per centrare l’obiettivo Champions al termine della stagione»: fondamentale la reazione contro il Verona lunedì. Sul progetto: «Quest’estate abbiamo iniziato un progetto importante. Con i tanti giovani lanciati stiamo creando valore e in futuro ci toglieremo grandi soddisfazioni». Su Thiago Motta: «Non è in discussione, anche perché è la società a essere responsabile di tutto ciò che succede».

 

Giuntoli si conferma lapidario ma ha detto un paio di cose rilevanti per i tifosi che si sforzano di capirle. A chi rimpiange la Juventus del passato nonostante sia quella stessa Juventus ad aver lasciato macerie, è inutile spiegare. Poi ha aggiunto anche una piccola parte relativa ai colpi estivi che non funzionano, in particolare Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez che di soli cartellini sfiorano i 150 milioni. «Abbiamo cambiato tanto, investendo su profili internazionali che faranno bene anche da noi». Ecco, questa più che un’analisi è una speranza perché dal rendimento di questi giocatori dipende ormai l’ultimo e in realtà unico vero obiettivo stagionale, ovvero il quarto posto che porta in dote almeno 60-70 milioni. Senza questi, la Juventus non potrà passare all’anno uno di un progetto che sta già portando risultati, seppur non quelli di campo: il Cda del club ha infatti approvato ieri la semestrale con i conti che sono sensibilmente migliorati rispetto al precedente esercizio, passando da un meno 95 milioni a un più 16,9 grazie a ricavi e proventi in aumento del 53% (291,6 milioni rispetto ai 190,6 milioni del primo semestre 2023/24), costi operativi in calo (da 205,5 a 193,4 milioni) e proventi derivati dal mercato in rialzo (67,4 contro i 17,3 della semestrale precedente).

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