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Gasperini, "niente rinnovo". Addio all'Atalanta, terremoto nel calcio italiano: girano voci pesantissime

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Se non è un addio all'Atalanta, ci siamo molto vicini. A quattro giorni dall'eliminazione dalla Champions per mano del Bruges, Gian Piero Gasperini esce allo scoperto sulla sua permanenza a Bergamo con parole di una franchezza quasi sorprendente.

"Il futuro? Giustamente, come è stato detto, c'è un inizio e una fine, vedremo a fine anno se andare a scadenza o di interrompere già a fine stagione. Non ci saranno altri rinnovi". Il Gasp allena l'Atalanta dal 2016 e l'ha trasformata velocemente, grazie anche a patron Percassi e a un direttore sportivo come Sartori (oggi al Bologna) da squadra con obiettivo salvezza a club-modello, potenza del calcio italiano in grado di competere ogni anno per la qualificazione in Champions e con obiettivi più che ambiziosi anche oltre confine, come testimoniano i quarti di finale persi contro il Psg nella Champions 2020 e la strepitosa vittoria in Europa League lo scorso maggio.

La Dea, terza in classifica a 51 punti, a -5 dalla capolista Napoli, è ancora formalmente in corsa per lo scudetto. Il timore di molti è che il traumatico ko contro i belgi abbia contribuito a far staccare la spina mentalmente a molti nerazzurri. "Mi aspetto il massimo, come sempre - tiene alta la tensione Gasperini, alla vigilia del match di campionato contro l'Empoli -. Ci sono 13 partite, dobbiamo credere di fare ciò che sembra impossibile fare. Solo se ci credi veramente puoi crederci. Ho poco tempo per fare questa cosa, forse è l'ultima".

L'ipotesi di un addio apre ovviamente scenari suggestivi tra le big in cerca di un possibile nuovo allenatore: alla finestra ci sono Milan e Juventus (nelle cui giovanili si è formato Gasperini), alle prese con le incognite Sergio Conceiçao e Thiago Motta. C'è la Roma, con Claudio Ranieri traghettatore che sta facendo benissimo e che sarà il "supervisore in società" del prossimo mister. E occhio anche al Napoli, dove la durata del rapporto tra Antonio Conte e il presidente De Laurentiis è ancora tutta da verificare e che sarà probabilmente legata alla vittoria o meno dello scudetto.

Ad agitare le acque a Zingonia è soprattutto il caso Ademola Lookman. Entrato da trascinatore nel secondo tempo contro il Bruges, l'attaccante nigeriano ha prima segnato l'1-3 quindi ha tirato il rigore che avrebbe potuto riaprire i giochi-qualificazione, contravvenendo alle gerarchie imposte dall'allenatore e facendosi ipnotizzare da Mignolet. Nel dopo-gara, Gasperini lo ha attaccato ("E' trai peggiori rigoristi mai visti") provocando la piccata reazione del Pallone d'oro africano, che ha giudicato "irrispettose" le parole del mister. "Lookman si è sentito offeso ma non volevo offendere nessuno - spiega oggi Gasp -. La mia non voleva essere una frase offensiva. Ieri abbiamo avuto in Udinese-Lecce quello che poteva essere un teatrino in mondovisione, per fortuna ci sono stati ragazzi che hanno lasciato perdere. Può diventare un rigorista, sarebbe una capacità realizzativa ulteriore. Ma ho quasi la sensazione che ci sia la volontà che l'Atalanta venga descritta che sia così, tutto per aria, la realtà è un po' diversa".

"Parlo sempre di fronte a tutta la squadra, è una cosa che non ha mai sfiorato la società - taglia corto l'allenatore piemontese -. Lookman con il Bruges è entrato in un modo straordinario, il suo gesto anche se generoso, non cambia quella che è la mia idea". 

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