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Lewis Hamilton, Arturo Merzario: "La sua Ferrari è destinata a volare"

Leonardi Iannacci
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La sua vita sempre di (e da) corsa potrebbe essere materia per un romanzo. Arturo Merzario, pilota-personaggio degli anni ’70, ha un grande futuro dietro le spalle e guarda con curiosità all’attuale Formula 1 che presenta stasera, alla O2 di Londra (diretta su Sky alle 21) le livree delle nuove monoposto del mondiale. Domani, poi, primi giri a Fiorano della Ferrari SF-25 con Hamilton e Leclerc.

Arturo, i motori della Formula 1 si stanno riaccendendo. Le sale la tensione?
«Per forza, le corse sono state la mia vita».

 



Liberty Media ha organizzato questo show con Brian Tyler, Machine Gun Kelly e persino i Take That, a Londra: un’americanata?
«Sì. Non mi piace questo modo di reclamizzare la Formula 1 ma posso comprenderne i motivi. Riunire i dieci team in un’unico show mediatico permette di risparmiare i costi delle squadre che, altrimenti, avrebbero dovuto organizzare i rispettivi vernissage».

Enzo Ferrari avrebbe approvato?
«Non penso ma lui era unico e aveva sempre ragione. Lo sa che sono stato io a nominarlo Grande Vecchio in segno di enorme rispetto?».

Lei corse a lungo per Enzo Ferrari ma nel ’74 lo mollò.
«Per un desiderio di libertà. Diventai costruttore realizzando la Iso Merzario con cui ho corso il campionato 1975».

Lewis Hamilton ha fatto di tutto, invece, per guidare finalmente una Rossa.
«Maranello è la Mecca per chiunque. A 40 anni Lewis ha capito che chiudere in Ferrari è una cosa persino più grande dei suoi 7 titoli mondiali».

Può vincere ancora?
«Il suo arrivo è un’enorme operazione di marketing ma Lewis andrà fortissimo. Lo scorso anno Russell è stato favorito in Mercedes solo perché sapevano che Hamilton sarebbe andato via».

Il mondiale a Maranello manca da 18 anni. Causa?
«La Ferrari è un mondo particolare, per vincere occorre fare squadra. Hamilton contribuirà a questo».

Intende dire che a Maranello, in questi anni perdenti, ha trionfato l’egoismo?
«A inizio 2000 Luca di Montezemolo riuscì a creare una squadra vincente e arrivarono mondiali in serie con Schumacher. Tutti remavano nella stessa direzione, da Jean Todt ai tecnici Brown e Byrne».

Capito. Hamilton è l’uomo che può riportare questa unione di intenti?
«Lewis farà un’annata strepitosa, basta solo che la sua SF-25 sia tecnologicamente alla pari di Red Bull o McLaren. Non migliore. Hamilton ci metterà del suo e farà la differenza».

E Leclerc? Soffrirà la personalità del fuoriclasse?
«Charles è veloce ma, sbagliando, è stato definito un Predestinato ancor prima di mostrare il suo valore».

Però non ha mai avuto una Ferrari vincente.
«Vero. Ora mi auguro che Charles, con Hamilton come compagno scomodo, non esageri e non faccia errori. Dentro i box e in pista».

Verstappen correrà per vincere il 5° mondiale a fila?
«Se avrà la Red Bull degli anni scorsi può farcela, è un fuoriclasse come Hamilton».

Lei li ha visti correre tutti: Max e Lewis valgono Senna, Schumacher, Lauda?
«Non glorifichiamo troppo Senna. Ayrton andava forte ma Prost e Piquet valevano forse meno di lui?».

Lei salvò Niki Lauda strappandolo dal fuoco assassino al Nurburgring, anno 1976.
«Sì, ma non rivanghiamolo troppo. Fu un’episodio di vita, vidi le fiamme della sua Ferrari e pensai di estrarre Niki dall’abitacolo, salvandolo».

Il pilota baby che l’ha colpita di più nel 2024?
«Oscar Piastri. In McLaren puntano su Norris ma l’australiano ha più fame».

Come lei che, 82enne, gira ancora nei Gp vintage?
«Come me».

 

 

 

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