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Nick Kyrgios, Binaghi lo umilia: "Le cose che dice su Sinner..."
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Angelo Binaghi ieri era un presidente felice. Felice ma anche desideroso di levarsi qualche sassolino dalle scarpe per via del patteggiamento quasi forzato che Sinner è stato costretto ad accettare con la Wada. Binaghi, che ha vissuto sulla poltrona delle Federazione Tennis e Padel un 2024 straordinario per i successi ottenuti sul campo e fuori, non può perdonare del tutto l’incubo che l’Agenzia mondiale antidoping ha fatto vivere per mesi al numero 1 del mondo.
Presidente, partiamo dalle belle notizie: Jannik sarà in campo a Roma anche se abbiamo temuto di non vederlo agli Internazionali.
«Purtroppo abbiamo rischiato anche questo. Il primo pensiero va al ragazzo che ha visto finalmente svanire un incubo. Ma lo ha fatto accettando di restare fermo per tre mesi e non giocare. Questo è il lato assurdo della cosa».
Lo ha sentito?
«Ovviamente. E l’ho trovato rasserenato davvero per una questione che si è finalmente chiusa e si trascinava ormai da troppo tempo».
Patteggiamento, chiariamolo, non è ammissione di colpa.
«Esatto. È un accordo tra le due parti che si sarebbero dovute confrontare davanti al Tas di Losanna. E che certifica l’innocenza di Jannik, la sua assoluta non colpevolezza».
Il rischio era la possibilità di una lunga squalifica.
«Che sarebbe stata una decisione abominevole».
Da mesi lei non ha fatto mistero del comportamento quantomeno discutibile della Wada.
«Discutibile? Dica pure feudale. Ha deciso di depenalizzare alcune regole per il 2027 ma le continua ad applicare, le sembra normale?».
Una vera beffa.
«Sì. Il ragazzo ha dovuto accettare un compromesso pur non essendo mai stato giudicato colpevole né riconoscendo proprie responsabilità».
Tornerà a giocare a Roma: averlo in campo cosa rappresenterà per il nostro tennis?
«Una grande notizia per un’edizione degli Internazionali che si preannuncia favolosa. Avremo tante novità, spazi migliorati grazie a Sport e Salute e Sinner sarà la stella. Tornerà per vincere, mi fa sognare: un azzurro che vince il titolo sul centrale manca da 49 anni... non sono troppi?».
Come vivrà, Jannik, questi tre mesi di stop?
«Stando sereno e pianificando il futuro con un grande rientro proprio a Roma». La sua vicenda ha fatto giurisprudenza anche nei corridoi della Wada, vero? «Ha ammesso che le regole sulla valutazione dell’antidoping nello sport saranno cambiate, quindi ha fatto capire che sinora certe cose non andavano bene nel loro operato. Speriamo davvero che quello commesso con Jannik sia l’ultimo enorme sbaglio».
Come definire questa vicenda?
«Un’ingiustizia abbastanza vergognosa. Fortunatamente finita anche se Sinner non sarà in campo in tornei importanti prima di Roma. E pensate a tutto il tempo che Jannik ha dovuto trascorrere con questo macigno sulle spalle. Lo ha fatto vincendo due Slam, a New York e Melbourne, la Coppa Davis, tornei importanti e restando numero 1 del mondo».
Nel frattempo i suoi nemici e gli odiatori da tastiera continuano a punzecchiarlo. Kyrgios in testa.
«Kyrgios? Le cose che dice sono sempre stupefacenti... e mi fermo qua».
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