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Jannik Sinner, la rivelazione di Furlan: "Dalle 4 alle 10 del mattino", cos'ha fatto prima del match con Zverev

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“Jannik Sinner? Un ragazzo educatissimo, sempre iper-positivo, saluta sempre quelli della porta accanto”. Lo ha dipinto così Renzo Furlan, il coach di Jasmine Paolini, parlando del numero 1 al mondo. Svelando, ai microfoni di Sky Sport, un aneddoto bellissimo avvenuto a Malaga, a fine novembre scorso: “Mi confrontai con lui là (al Palazzetto dello Sport “José María Martín Carpena”), dove si giocavano sia la Billy Jean Kings Cup sia la Coppa Davis nello stesso posto — racconta Furlan —. Ci sediamo, fuori dal palazzetto, e gli dissi ‘Straordinario quello che hai fatto, le Finals, 2 Slam, 3 Masters 1000, ancor di più farlo con la mannaia che avevi tra capo e collo”. 

In ballo per Sinner, lo scorso anno, c’era la questione del doping. Dopo l’assoluzione dell’Itia e il successivo ricorso della Wada, la questione è finita al Tas di Losanna, chiamato a decidere a fine aprile. Parlando proprio della contaminazione indiretta al Clostebol, Sinner ha risposto così a Furlan, secondo il racconto di quest’ultimo: “Mi disse ‘Cincinnati è stato l’ago della bilancia, le cose potevano andare male o bene. Quella volta ci siamo presi una casa e non un hotel, e ci siamo fatti dare due macchine dalla class sport action, una la guidavo io e una il team. Ricavarmi quei piccoli spazi per me, mi hanno dato tanta serenità’”.

 

E ancora: “Ricordiamo che prima della semifinale con Zverev, (Sinner, ndr) ha assistito all'udienza dalle 4 alle 10 di mattina — ha concluso Renzo —. È stato scagionato poi ha vinto con Sasha al terzo, quella sera, solo un ragazzo di qualità può fare queste cose”.

 

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