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Ferrari, Hamilton e Leclerc? Occhio: tutte le coppie scoppiate nella storia del Cavallino

Paolo Macarti
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Il gioco delle coppie non sempre ha funzionato a Maranello, casa di una Ferrari che ha vinto tanto ma ha anche perso più di un mondiale di Formula 1, gettandolo via in annate nelle quali i piloti parevano filassero d’amore e d’accordo ma, al momento di infilarsi nell’abitacolo, vedevano come primo rivale proprio il compagno di squadra. È una lunga storia di dualismi feroci, invidie palesi, gelosie anche pericolose che speriamo non si ripetano tra Lewis Hamilton e Charles Leclerc, un binomio che, a motori spenti, ha esiti per ora imperscrutabili.

La storia dei grandi driver della Rossa ci tramanda trionfi ma anche trame oscure, inghippi, rapporti deteriorati e, di conseguenza, divorzi traumatici. Senza addentrarci nei pionieristici anni ’50 e ’60 allorché la Formula 1 era agli albori, la prima vera coppia di big del Cavallino si forma a metà anni ’70: Clay Ragazzoni, già prima guida della Ferrari, convince Enzo Ferrari a mettere sotto contratto come seconda guida un giovane austriaco che si sta facendo notare in BRM: Niki Lauda. Il consiglio si rivela un boomerang per il povero Clay visto che Niki, più scaltro, veloce e tattico, vince due mondiali (1975-1977) su tre e uno lo perde per il tremendo incidente che lo coinvolge al Nurburgring. A Regazzoni non rimane che filarsela da Maranello, battuto e scornato.

 

 

 

DRAMMA

Nel 1979 un Gilles Villeneuve pimpante e idolo del popolo ferrarista si vede sfilare da sotto il naso un mondiale dal compagno neoarrivato a Maranello, Jody Scheckter. Il sudafricano si dimostra più stratega e vince il titolo a Monza. Per Gilles, zero titoli prima della morte, avvenuta a Zolder l’8 maggio 1982. Evento che segue una delle più drammatiche liti fra piloti Ferrari, quella fra il canadese e Didier Pironi che giorni prima, aveva fregato a Gilles la vittoria di Imola. Chi ha vissuto quei giorni ricorda ancora un Villeneuve, poco lucido, trovare la morte a Zolder mentre cerca una disperata rivincita nei confronti dell’ex amico e traditore Pironi.

Anni dopo, nel 1990, un Alain Prost provato dal duello in McLaren con Ayrton Senna approda a Maranello. La decisione si rivela infelice perché Nigel Mansell, suo compagno di team in rosso, gli gioca contro, fa di tutto pur di non aiutarlo e Prost perde quel mondiale finendo silurato dalla Ferrari di lì a pochi mesi.

 

 

 

Aria tesa anche negli anni di Michael Schumacher, che trionfa in cinque mondiali ma fa vivere incubi ai compagni di squadra: Eddie Irvine, nel 1998, sta per vincere il titolo in assenza di Schumi, fuori per una frattura alla gamba.

Ma quando Michael torna finalmente dopo sei gare (i maligni sostengono che dopo tre sarebbe potuto già rientrare ma non lo fece per sfavorire il compagno), non aiuta Eddie che perde il mondiale per due punti a favore di Mika Hakkinen. Anche Rubens Barrichello, succeduto a Irvine quale scudiero di Schumi, subisce l’egoismo dittatoriale del tedesco che vuole per sé tutte le attenzioni dei box non lasciando neppure una briciola al compagno. Meglio va al duo Massa-Raikkonen nel biennio 2007-2008 quando a Maranello arriva il mondiale piloti (l’ultimo) grazie al finlandese e, poi, quello costruttori.

 

 

 

STORIE TESE

Nuove storie tese ai tempi di Fernando Alonso in rosso: arrogante, lo spagnolo viene scelto per vincere il terzo mondiale ma gli va malissimo. Non solo fallisce ma considera Felipe Massa non il compagno ma il primo avversario da battere. Risultato: tensioni, poca correttezza e zero titoli anche in questa occasione.

L’arrivo di Seb Vettel a Maranello nel 2015 coincide con una staffetta indolore fra il tedesco e Raikkonen ma il mondiale prende sempre altre vie, quelle della Mercedes di Hamilton e Rosberg. Infine l’era Leclerc, l’eterno Predestinato che ha guidato Ferrari scarse ma non ha mai legato veramente con i compagni di box, dapprima lo stesso Vettel e poi Sainz con il quale non mancano ripetute e sotterranee ruggini.

Ora la realtà vede la nuova coppia Hamilton-Leclerc sorridente a Maranello: un campionissimo di 40 anni che insegue l’ottavo mondiale e un predestinato di quasi 28 che, in realtà, non gradisce Sir Lewis in squadra. Andranno d’accordo i due? Bisticceranno alla prima curva di Melbourne, il prossimo 16 marzo quando partirà il campionato 2025? Metteranno in scena una sottile guerra psicologica come è accaduto troppe volte in Ferrari?
Il Drake, da lassù, si divertirebbe non poco. Se due piloti litigavano, lui cinicamente godeva, non era interessato a “chi” vinceva. Bastava solo che non perdesse la sua Ferrari. Cosa che, però, accade da 18 anni.

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