Sergio Conceiçao e la "rosa bucata": Milan, le parole che nascondono la disperazione
La rosa del Milan è stata sopravvalutata. Dalla dirigenza che l’ha (de)costruita, dai tecnici che l’hanno o la stanno allenando, da tutti noi. Il reale valore è inferiore a quello che è stato raccontato finora. E forse la narrazione è stata manipolata, più o meno in coscienza, anche per sottolineare la presunta inadeguatezza di Fonseca.
Quando qualcuno- dirigenti compresi- diceva che il Milan era fortissimo sottintendeva che il tecnico era scarsissimo, o giù di lì. Visto che la spinta emotiva del cambio allenatore è terminata - lo dimostra ampiamente l’approccio fiacchissimo al secondo tempo contro la Juventus-, si può soppesare con più onestà il valore della rosa rossonera. Un valore già complessivamente mediocre viene abbassato dall’assenza di giocatori fondamentali come un centrale dal piede buono e uno tatticamente evoluto, un regista autentico, un centravanti capace di dettare la profondità, un terzino destro affidabile. Hai detto nulla, sono cinque giocatori su undici, praticamente mezza formazione, e non stiamo considerando il livello e l’affidabilità fisica delle riserve che è talmente basso da obbligare Fofana e Reijnders, per dirne due, a 60 partite stagionali. Conceiçao ha dovuto presentare contro la Juventus un centrocampo formato dai due di cui sopra, sfiancati dai mille impegni, e un ex giocatore come Bennacer, più Musah titolare come esterno. È una voragine tecnica che pesa sulla coscienza di una dirigenza tanto inesperta quanto presuntuosa.
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Conceiçao, dopo il ko che lo esclude in via definitiva dalla corsa alla Champions, fa appello alla voglia, alla grinta, all’atteggiamento perché non può fare altrimenti. Non si risolve una rosa bucata nel mercato di gennaio e non si migliora la qualità dei giocatori in un mese.
Ci vuole tempo, pazienza e un progetto di inserimento come quello che Thiago Motta ha dedicato a Mbangula. Un buco nella rosa è diventato un’opportunità. Mbangula valeva zero, ora ne varrà 10, 15, 20? Fate voi. Se verrà venduto, diventerà una risorsa economica; se verrà tenuto, sarà una risorsa tecnica. Quando si parla di Thiago Motta non si valuta questa parte di lavoro perché "allena la Juventus e deve fare risultato": ecco, sono risultati anche questi. Lo insegna Gasperini: Retegui e Lookman che strapazzano la difesa del Napoli sono frutto delle ore a Zingonia. Non bastano perché Conte sta allineando le stelle: il gol di Lukaku, che passa gli 80’ precedenti spalle alla porta, ha il sapore della svolta dello scudetto. Quella che l’Inter lo scorso anno ebbe da Frattesi, e che Frattesi ora non porta più.