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Jannik Sinner, bomba della boss dell'Itia: "Almeno un anno di squalifica"

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Come finirà al Tas di Losanna per Jannik Sinner? L’altoatesino se lo chiede, così come i suoi fan e i suoi nemici (in particolare Nick Kyrgios). A turbare il 23enne sono però le parole della Ceo dell'Itia (International Tennis Integrity Agency), l’agenzia antidoping interna al tennis, Karen Moorhouse.

Nel caso il pusterese perdesse il ricorso, rischierebbe una pena almeno di 12 mesi e non più lieve: “A differenza del caso di Iga Swiatek nel quale parliamo di un prodotto contaminato, in quello di Jannik Sinner non possiamo dire lo stesso — le sue parole pubblicate —. Questo perché il Trofodermin usato dal fisioterapista (Giacomo Naldi, ndr) per curarsi il dito conteneva un principio attivo dopante. Per questo non possiamo parlare di prodotto contaminato e le regole stabiliscono che in caso di colpa e negligenza si vada da un minimo di un anno a un massimo di due, in quanto è già stata accertata la non volontarietà dell’assimilazione della sostanza da parte del n.1 del mondo”. 

 

Per la Ceo dell’ITIA, se si risulta positivi a una sostanza vietata come quella di Sinner, “il punto di partenza per una possibile squalifica è di quattro anni — le sue parole —. Se si può dimostrare che ciò non sia stato intenzionale, la pena si riduce a due. In caso di nessuna colpa o negligenza significativa si può arrivare al minimo di 12 mesi”. Il Tribunale di primo grado “aveva ritenuto che Sinner non avesse nessuna colpa o negligenza — ha concluso Moorhouse — Per quanto ho compreso, la WADA contesta esattamente questo, ritenendo cioè che vi sia una colpa, appellandosi all'articolo del regolamento che parla di ‘nessuna colpa o negligenza significativa’”.

 

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