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Luisa Corna? "L'ho conquistata così". Aldo Serena, rivelazioni privatissime

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Nel cuore dei tifosi della Nazionale Aldo Serena sarà per sempre ricordato come uno degli eroi mancati di Italia 90, con tanto di rigore sbagliato nella semifinale contro l'Argentina al San Paolo: "Resta la parentesi peggiore della mia carriera: tornando indietro, cambierei il lato del tiro".

Per gli interisti invece è il bomber della squadra dei record, quella dello scudetto 1989 vinto con Matthaus alle sue spalle, Ramon Diaz al suo fianco e Trapattoni a guidare tutti in panchina.  Per gli appassionati di calcio tout-court, una delle voci più riconoscibili delle telecronache tra anni Novanta e Duemila, in coppia con Sandro Piccinini

 

 

A 64 anni, Aldo da Montebelluna in una lunga intervista sul Corriere della Sera parla sì di pallone, ma soprattutto di vita privata e di amore. Una sua storica fidanzata andò a vederlo allo stadio proprio nel giorno in cui Serena si fece male e fu costretto a uscire in barella ("Il calcio non le piaceva", scherza l'ex attaccante che detiene un piccolo grande record, quello di aver giocato con Inter, Milan, Juventus e Torino. Ricorda con affetto Gianni Agnelli, suo modello ("Ci sono uomini che parlano di donne e uomini che parlano con le donne. Faccio parte della seconda categoria"), non nasconde una intensa attività sentimentale: "Quando sei giovane, giochi a calcio e hai visibilità è difficile tenere a freno la primavera milanese".

"In quel contesto - prosegue -, essere fedeli era un'impresa ardua". Ai tempi molto si parlò della sua storia con la bellissima Luisa Corna: "Vivevo nella casa dell'architetto Giò Ponti, nella mansarda della figlia. Lei, come suo padre, mi scriveva dei messaggi composti da parole e figure. E io ho scritto a Luisa la mia prima lettera in questo modo un po' artistico: ha funzionato".

 

 

 

Oggi è felicemente sposato, la moglie l'ha convinto a tornare nel suo Veneto, ma ricorda ancora con un po' di imbarazzo le avance ricevute poco più che maggiorenne da "un signore che aveva un'agenzia di viaggi che lavorava con l'Inter. Mi disse che doveva fare un articolo su di me per un giornale canadese, perché a 18 anni avevo esordito con un gol alla Lazio. Andai nel suo ufficio di San Babila, di sera. Mi disse di portare la divisa sociale, per fare delle foto e mi chiese di cambiarmi. Andai in un'altra stanza e quando sono tornato e lui ha cominciato a farmi degli apprezzamenti ho capito che la situazione non era chiara: mi sono cambiato di nuovo e me ne sono andato".

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