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Edoardo Bove commuove l'Italia: "Parlare sui social non è nella mia natura, ma voglio dirvi una cosa"

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Il peggio è passato, ora c’è solo da riprendersi e poi dare tutto in campo, anche se Edoardo Bove è conscio che non potrà farlo in Serie A, campionato che non consente a un calciatore di giocare con un defibrillatore sottocutaneo.

Lo stesso discorso capitato a Christian Eriksen, costretto ad abbandonare l’Inter per giocare in Premier League. Dopo il pranzo nel weekend di scorsa settimana a Coverciano con i suoi compagni, l’ex centrocampista della Roma ha pubblicato sui suoi social una lettera toccante: "Ciao a tutti, in questi giorni difficili ho avuto modo di pensare molto — l’inizio del testo —. Seppur la condivisione sui social non sia nella mia natura, vorrei esternare un pensiero che mi ha colpito nel profondo. Lo spiacevole episodio avvenuto durante Fiorentina-Inter, mi ha dimostrato, ancor più di quanto pensassi, che il calcio è molto più di una partita, di un campionato, o di una carriera”. 

 

 

 

Il calcio “è una comunità di persone, legate dalla stessa passione, che condividono momenti di gioia, commozione, rabbia, delusione e sofferenza — ha aggiunto Bove — Proprio in questi momenti mi rendo conto di quanto questo sport sia genuino, di quanto, al dì la dei risultati, della competizione o della concorrenza siamo tutti uniti. Uniti da un legame che a maggior ragione, una volta creato, si rafforza nei momenti di difficoltà, diventando quasi indissolubile. Un legame che ti trasmette amore ed emozioni difficili da spiegare. Un legame che ti dà la forza di superare qualsiasi ostacolo. Ne parlo perché l’ho vissuto sulla mia pelle in questi giorni”. 

L’affetto che il giocatore ha ricevuto, “il calore dei tifosi, il supporto da parte dei compagni e degli avversari, la vicinanza di TUTTO il mondo del calcio è stato un qualcosa che mi ha dato una forza ed un coraggio incredibili — ha proseguito ancora nella nota — Mi sono sentito circondato da un’energia positiva che mi ha permesso di rimanere tranquillo, di non sentire la solitudine che spesso è presente in questo tipo di difficoltà. Per questo motivo, vorrei che tutti ci impegnassimo a non dimenticare la vera essenza del nostro sport, a non lasciarci offuscare troppo dal suo lato commerciale e a non dare per scontato il suo spirito autentico. Perché nonostante tutto, quello che è successo domenica è la testimonianza della parte genuina del calcio: quella che si nutre di emozioni vere, di storie personali e di un forte legame tra chi gioca e chi tifa". 

 

 

 

Bove ha infine concluso la sua lettera dando a tutti appuntamento in campo: "Detto questo, sono veramente grato di appartenere a questo mondo e vi ringrazio dal profondo del cuore per l’affetto e la vicinanza che mi avete dimostrato! — ha concluso — Io sto bene e questa è la cosa più importante! Ci vediamo presto… In Campo! Edo".

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Edoardo Bove (@edo_bove)

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