Milan, Tassotti affonda Paulo Fonseca: "Qual è il dovere di un allenatore"
Rovinare il compleanno dei 125 anni di uno società gloriosa, che ha vinto tantissimo, ma che deve fare i conti con una squadra oggi lenta, compassata e già lontana dagli obiettivi di stagione. Il pari per 0-0 contro il Genoa ha denotato un Milan scarico, senza voglia, uscito tra i fischi di un San Siro gremito. Era anche la serata degli ex — dal trio Van Baster-Gullit-Rijkaard ai più “giovani” Pirlo, Seedorf, Amborisini e Inzaghi — che hanno assistito a uno spettacolo pietoso.
Immancabili così sono arrivate le critiche, come quella di Mauro Tassotti, per 36 anni di fila in rossonero, prima da giocatore e poi da allenatore. Ospite di Radio anch'io Sport (Rai Radio 1), l’ex terzino del Milan di Sacchi ha così detto: "Tanti hanno avuto difficoltà dopo le coppe, ma ieri (domenica sera, ndr) era una partita da vincere — le sue parole — Ci sono molte squadre davanti, non sarà semplice scalare la classifica - ha aggiunto l'ex difensore - Arrivare in Champions League per questo tipo di società è fondamentale. Un anno di purgatorio in Europa League o Conference sarebbe deleterio per tutto l'ambiente".
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Il momento 'no' del Milan è dovuto anche, secondo Tassotti, "a nuove realtà alle quali bisogna abituarsi — ha aggiunto l’ex giocatore — Le proprietà di un tempo non ci sono più. Chi come me ha 60 anni, fa un po' fatica ad accettarlo". E ancora: ”Fino all'anno scorso il Milan giocava un gran bel calcio — ha proseguito il ‘Tasso’ — I quattro anni con Pioli sono stati positivi: quando il Milan giocava bene, era un piacere vederlo - ha sottolineato - Per ora quel Milan non si vede".
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"Credo sia giusto che Fonseca non faccia sconti, è dovere dell'allenatore però recuperare certi giocatori, anche se attraverso esclusioni che fanno rumore. Con Leao è riuscita la cosa, con Theo stiamo a vedere”. Per Tassotti "non c'è solo un colpevole se le cose vanno così — ha concluso — Quello di Fonseca è stato un inizio travagliato, ci sono state situazioni strane, in cui si è assunto responsabilità forti. Abbiamo sentito poco la voce della società".