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Paolo Maldini, il messaggio a mezzanotte scatena la rivolta contro Cardinale: Milan, è caos

Roberto Tortora
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Più che la celebrazione di una storia, l’esaltazione di un mito sportivo, la liturgia di un popolo, quella dei 125 anni del Milan, svoltasi prima del fischio d’inizio della partita contro il Genoa, è sembrata più una festa aziendale. Tanti i campioni presenti, come il mitico trio olandese Van Basten-Gullit-Rijkaard, ma tanti “e rumorosi” anche gli assenti: Rivera, Sacchi, Boban, Savicevic, Weah, Baggio, Desailly, Simone, Panucci, Dida, Cafu, Pirlo, Sheva, Ronaldinho. E uno su tutti, in particolare: Paolo Maldini, l’artefice dell’ultimo scudetto del Diavolo.

In curva uno striscione dei tifosi è apparso eloquente: “Rendiamo onore ai nostri campioni, simboli di un Milan che non esiste più!”. Tra i nomi citati, certo, qualcuno è stato invitato e ha dovuto declinare, qualcun altro è stato bypassato. Tutti insieme fanno un grosso vuoto di memoria, ormai solo nella testa dei tifosi, che non ne possono più dell’attuale proprietà, il fondo americano Red Bird con a capo Gerry Cardinale. 

 

 

 

Dopo lo scialbo zero a zero contro il grifone di Vieira (altro ex-rossonero, anche se per poco), la tifoseria si è riunita all’esterno dello stadio con una contestazione e uno striscione ancor più pesante: “Società Milan: vi abbiamo aspettato e sostenuto a oltranza, della vostra mediocrità ne abbiamo abbastanza”.

Altri non meno morbidi, da “Ve ne andate o no?!” a “Noi non siamo americani”, fino a “Dirigenti incapaci, società senza ambizione”. La botta finale, poi, l’ha data Polo Maldini, con un post su Instagram altrettanto chiaro: “Tanti auguri Ac Milan (con due cuori, ndr) per i tuoi 125 anni! Nessuno potrà mai scalfire il tuo legame con la famiglia Maldini, la storia é memoria”.

 

 

 

Un chiaro riferimento al suo recente accantonamento, che ha ricevuto il gradimento di alcuni uomini cardine della squadra attuale, come Maignan, Theo Hernandez (portato a Milano proprio da Maldini), Davide Calabria, Rafael Leao e Sandro Tonali, che soffre dalla fredda Inghilterra e sogna di tornare di nuovo a Milanello. Alla fine, insomma, quella che doveva essere una festa è diventata una dichiarazione di guerra a Ibrahimovic, Furlani (fischiati allo stadio) e Cardinale.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Paolo Maldini (@paolomaldini)

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