Jannik Sinner preso per i fondelli dalla Wada: "Ecco la nostra prima preoccupazione"
Oltre il danno, la beffa. La stagione di Jannik Sinner è stata un successo sotto tutti i punti di vista. L'azzurro ha conquistato due grandi Slam: l'Australia e lo Us Open. Ed è diventato il numero uno al mondo, entrando di diritto nella storia del tennis italiano. Ma l'annata dell'altoatesino è stata segnata anche dallo scandalo doping, che suo malgrado lo vede coinvolto. Sinner è risultato positivo al Clostebol, durante un test antidoping a Indian Wells. L'azzurro si è sempre dichiarato innocente, dato che la contaminazione con il farmaco proibito sarebbe avvenuto in maniera del tutto involontaria.
Ma di fronte si è trovato un ostacolo spigoloso: la Wada. L'agenzia mondiale contro il doping non ha mai lasciato in pace il numero uno al mondo. Dopo che la squalifica sembrava essere un'ipotesi archiviata, la Wada ha deciso di fare ricorso al Tas di Losanna. Ergo, l'azzurro dovrà attendere il verdetto, che potrebbe comportare un lungo stop dai campi di gioco. “Nella decisione si è ritenuto che non vi fosse alcuna colpa di Sinner – ha sottolineato -. La nostra posizione è che esiste ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto giuridico che sarà discusso al Tas", ha spiegato a France Press il direttore generale della Wada Olivier Niggli.
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Il vertice della Wada si è poi lasciato scappare una considerazione personale che ha tutta l'aria di essere una clamorosa presa per i fondelli contro Sinner. "Personalmente, penso che proteggere la reputazione di un atleta debba essere la nostra prima preoccupazione – ha spiegato -. Viviamo in un mondo in cui i social media sono quello che sono e fanno sì che la tua reputazione possa andare in fumo in un lasso di tempo molto, molto breve". Come se aver associato il doping al numero uno al mondo non fosse già un danno di immagini incalcolabile.
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