Sinner, Abodi e la domanda che inchioda la Wada: "Nuovo regolamento, perché non applicarlo ora?"
"Perché non applicare ora le nuove regole della Wada al caso di Jannik Sinner?". A lanciare un appello, che sa però più di provocazione, è Andrea Abodi, ministro dello Sport, che commenta il nuovo codice antidoping annunciato dall'agenzia mondiale.
La stessa Wada, poche settimane fa, ha fatto ricorso al Tas di Losanna contro il sostanziale proscioglimento deciso dall'Itia sul caso Clostebol che ha coinvolto Sinner: lo scorso marzo, a Indian Wells, l'altoatesino numero 1 del ranking mondiale è risultato positivo per due volte a un controllo anti-doping. Sinner si è prontamente difenso, facendo risalire la contaminazione all'uso imprudente di una pomata da parte del suo massaggiatore. Una dimostrazione di buonafede che, considerata anche la quantità irrisoria di agente dopante rilevata dai test, ha portato l'Itia a punire Sinner con la sola perdita dei punti conquistati nel torneo americano.
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Il tutto però è venuto alla luce a procedimento concluso, senza alcun annuncio precedente né sospensione, e per questo il mondo del tennis si è diviso tra innocentisti (la maggioranza) e complottisti/colpevolisti. La Wada, ora ha annunciato una modifica dei regolamenti attuali, giudicati troppo rigidi.
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"Da un lato verrebbe da dire che non è mai troppo tardi e dall'altro, essendo arrivati a questa conclusione, perché non applicarla subito?", domanda il ministro Abodi. "Siamo nella zona di frontiera, diciamo che quello che è successo quantomeno è riuscito a scuotere le coscienze della Wada e a far comprendere che contrastare il doping passa però anche nella capacità di interpretare i fatti in modo più puntuale, in modo più profondo". La sentenza del Tas è attesa tra qualche settimana, probabilmente dopo gli Australian Open che il Rosso di San Candido giocherà da detentore e favorito, ma con la spada di Damocle di una possibile squalifica (rischia fino a 2 anni di stop) che potrebbe condionarne la fin qui strabilante carriera.