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Jannik Sinner, la Wada modifica le regole anti-doping: squalifica annullata?

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In attesa di saperne di più sul caso Clostebol con al centro Jannik Sinner, la Wada, che ha rimandato la questione al Tas di Losanna, ha modificato il suo codice anti-doping, con modifiche che entreranno in vigore dal primo gennaio 2027. Cambiamenti che non intaccheranno l’attuale sentenza con al centro il 23enne altoatesino, ma che saranno più flessibili se nel corpo di un tennista sono presenti quantità infinitesimali di sostanza vietata rintracciate dagli esami. Tra le novità, spicca la nuova definizione di “fonte contaminata”. Non si parlerà più, quindi, di “prodotti contaminati”. Il termine introdotto “è più ampio e comprende fonti di contaminazione come cibo o bevande, contaminazione ambientale o esposizione attraverso il contatto con una terza persona o un oggetto toccato da una terza persona”, ha spiegato la Wada in una nota. 

Così il caso di Sinner, con al centro l’assunzione involontaria del Clostebol attraverso il massaggio del suo fisioterapista, sarebbe stato su questo punto simile a quello di Iga Swiatek, cioè della contaminazione dopante attraverso un prodotto legale. Cosa che, riscontrando la completa assenza di negligenza, può portare a una riduzione del 100% della squalifica. L’altra novità riguarda l’apertura a una sorta di elenco delle quantità minime di sostanze vietate, entro cui non scatterebbe un procedimento a carico dell’atleta. Quantità infenitesimali come quelle riscontrate nel corpo di Jannik durante i controlli del 10 marzo scorso, con il tennista impegnato in pieno Masters 1000 a Indian Wells: 86 picogrammi per millilitro, addirittura 76 nel test di otto giorni dopo.

 

 

Sul tema ha parlato proprio alcuni giorni fa il direttore generale della Wada Olivier Niggli: “Oggi esiste un problema di contaminazione — le sue parole — Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. La verità è che sentiamo un sacco di storie e capisco l’opinione pubblica che può arrivare a pensare che assumiamo di tutto”.

 

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