Jannik Sinner, la confessione di Berrettini: "Mi piacerebbe essere lui, per capire una cosa"
Jannik Sinner e Matteo Berrettini, eroi dell’ultima vittoria dell’Italia in Coppa Davis, hanno partecipato a un’intervista doppia condotta da Piero Chiambretti, durante la quale hanno proposto momenti di grande complicità e simpatia. L'occasione era il "gran galà del tennis italiano", i Supertennis Awards. Il loro legame, quello tra Jannik e Matteo, già evidente sul campo, è emerso con forza anche durante il confronto. Insomma sono amici, ma amici di quelli veri.
E tra i vari spunti emersi, uno in particolare ha catturato l’attenzione: la domanda sulla possibilità di rinascere nei panni dell’altro. Berrettini, con l'ironia che da sempre lo contraddistingue, ha risposto: “Anche a me piacerebbe essere Sinner, per capire cosa si prova a non sbagliare mai e a tirare sempre dentro. Cosa può migliorare? Si può sempre migliorare ma per questo dovete chiedere a Vagnozzi che è seduto lì, perché io non so in cosa potrebbe migliorare", ha rimarcato il tennista romano.
Berrettini ha usato il medesimo registro ironico quando è stato chiamato ad esprimersi in una previsione sul futuro del tennis italiano: “Speriamo di vincere qualcosa perché di risultati quest’anno ne sono arrivati pochi”, ha replicato con un sorriso, riferendosi a quella che, per certo e per distacco, è la stagione più gloriosa nella storia del tennis azzurro (i due Slam di Sinner, la Coppa Davis).
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Jannik, da par suo, ha risposto con la serietà che lo contraddistingue. Quando gli è stato chiesto se sia possibile ripetere i successi: "È molto difficile ma ci proviamo. Abbiamo tanti giocatori che possono fare bene, speriamo di continuare così e fare meglio". Uno dei momenti più emozionanti è stato il racconto del ragazzo di San Candido su cosa gli hanno detto leggende come Roger Federer e John McEnroe quando è diventato numero uno: "Mi hanno fatto i complimenti, diventare numero uno non è come vincere un torneo, è un risultato di 52 settimane, unico, però più che altro è l’emozione di vedere campioni così che ti fanno un video per complimentarsi", ha spiegato Jannik, giustamente e profondamente orgoglioso per l'impresa che non era mai riuscita a nessun tennista italiano.
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