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Sinner fa calare il gelo sul palco: "Sanremo? Non penso di andarci"

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Un matrimonio che non s'ha da fare. Dopo le polemiche dello scorso anno, Jannik Sinner gioca d'anticipo e dice no al Festival: "A Sanremo? Non penso di andarci. Ho cose migliori da fare", dice il 23enne di San Candido, il tennista numero 1 al mondo, dialogando con Piero Chiambretti in occasione dei Supertennis Awards a Milano. 

Nel febbraio scorso, subito dopo la vittoria nel suo primo slam agli Australian Open, Sinner era stato invitato al Festival dall'allora direttore artistico e conduttore Amadeus: il suo rifiuto imbarazzato aveva creato quasi un caso nazionale, dividendo i tifosi e i telespettatori tra chi lo ha elogiato per privilegiare l'aspetto sportivo a quello glamour e per chi al contrario quasi lo tacciava di anti-italianità, tirando persino in ballo la storia della residenza a Montecarlo e delle tasse "evitate". Ora all'Ariston non c'è più Amadeus, ma Carlo Conti. Evidentemente, Jannik non ha cambiato idea.

 

 

 

Forse perché dopo una stagione trionfale, la sua mente è già proiettata in avanti: "E' molto difficile fare meglio" del 2024 "ma ci proviamo. Ci sono tanti giocatori che possono fare bene e speriamo almeno di continuare così". "La pressione c'è ma a volte ci si dimentica che il tennis alla fine è solo un gioco. La mente si allena come le altre cose, sbagliando e avendo le persone giuste intorno", ha aggiunto.

 

 

 

"Io non ho mai paura di perdere, perché al massimo hai perso una partita. Prima di giocare ho dei dubbi sì, ma mai paura. Ognuno di noi ha dei talenti, io sono stato molto fortunato anche fuori dal campo trovando le persone giuste. Ci sono dietro tanti sacrifici". "Diventare numero 1 non è come vincere un torneo, ma è il risultato di oltre 50 settimane. E' stata emozionante ricevere i complimenti di campioni come McEnroe e Federer", ha proseguito rivelando però quale sia stata la sua più grande delusione, legata alla Coppa Davis: "Quando abbiamo vinto l'anno scorso si è creato un legame grande, non esiste solo l'io. L'anno scorso Berrettini ci ha dato una grande energia fuori dal campo e non vedere il suo nome nel libro della Davis 2023 non mi ha fatto sentire bene". Fortunatamente per Sinner, per Matteo e per l'Italia, quest'anno è arrivata la seconda occasione.

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