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Serie A, un calendario pieno di asterischi: cosa minaccia la lotta scudetto

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Pasquale Guarro
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La grande paura ha lasciato spazio al sollievo, Edoardo Bove sta bene, dopo l’arresto cardiaco che lo ha fatto crollare al suolo domenica sera, al 17’ di Fiorentina Inter. Alla base dell’aritmia ci sarebbe stato un calo del potassio ma solo ulteriori approfondimenti clinici saranno in grado di chiarire con certezza l’accaduto e di conseguenza se il calciatore potrà tornare a svolgere l’attività agonistica nel nostro paese. Intanto il ragazzo ha parlato con i familiari e rassicurato i compagni di squadra in merito al proprio stato di salute, ponendoli nelle condizioni mentali di affrontare la sfida di Coppa Italia contro l’Udinese, prevista per domani.

Una partita che il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, avrebbe rinviato con lo scopo di dare precedenza invece a un altro recupero, quello tra Fiorentina e Inter: «È meglio rinviare una partita di Coppa Italia perché comporterebbe meno problemi, invece che falsare la dinamica di un campionato inserendo un recupero che non si sa quando potrà svolgersi», ha spiegato a Radio Gr Parlamento, riaprendo il dibattito sui calendari, materia spesso ignorata ma che influenza le sorti di un intero torneo, alterato nel nome del denaro e dei ricavi.

 


 

IL VERO TEMA
Perché al di là di ogni ipocrisia la faccenda è esattamente questa, ovvero che qualche milioncino di euro ha fatto sì che il naturale svolgimento del nostro campionato passasse in secondo piano. Tant’è che Gravina, pur avendo presentato il piano per la riduzione da 20 a 18 squadre al momento della sua elezione, non è mai riuscito a portare avanti il proprio intento, trovando enormi ostacoli dalla Lega di A, che invece non intende in alcun modo modificare le attuali dinamiche. Passare da 20 a 18 squadre comporterebbe avere 4 giornate di campionato in meno e di conseguenza ricevere meno soldi dai diritti tv. Insomma, la risposta da parte della Lega è inequivocabile: se Fifa e Uefa continuano ad aumentare partite e competizioni, perché dovremmo essere proprio noi a imporci un ridimensionamento? Da questo punto di vista il riferimento va a Liga e Premier e non c’è volontà di trovare soluzioni alternative, nonostante il campionato, con tutte queste variazioni in corso d’opera, rischi dI apparire improvvisato e poco credibile. Prendendo in esame Fiorentina-Inter, sembra che la prima data utile per il recupero della sfida possa essere quella del 5 febbraio, con la gara di ritorno prevista invece per il 9 dello stesso mese.


Follie di un calendario che vive sotto assalto e privo di dighe a protezione. Senza contare che altri asterischi sono già previsti, visto che Inter, Atalanta, Juventus e Milan parteciperanno alla Supercoppa a Rihad, competizione che obbligherà i club a saltare la diciannovesima giornata, recuperando le sfide tra martedì 14 e giovedì 15 gennaio. L’Inter, per esempio, giocherà il 12 a Venezia e il 15 contro il Bologna, mentre il Napoli di Conte sarà impegnato il 4 gennaio contro la Fiorentina e il 12 contro il Verona. È evidente che un calendario del genere crei degli squilibri che incidono sulle reali forze in campo, non vince chi è più forte ma chi ha più possibilità di riposare e meno rischio di infortunarsi. Per la Lega tutto questo è importante, ma fino a un certo punto, prima di tutto vengono i soldi che sorreggono l’intero sistema, poi chi se ne frega se bisogna giocare a Tetris nel tentativo di incastrare le partite in calendario in caso di emergenze. A proposito, ci prepariamo all’inverno, che negli ultimi anni ha portato bombe d’acqua e campi inagibili. Preghiamo. Viva i soldi.

 

 

 

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