Zaniolo, gol dell'ex e fa festa: inferno a Roma, "uomo di me***da" e mani addosso
Per la Roma è un momento decisamente no e la cura Ranieri non sta ancora dando i suoi frutti. E, si sa, quando le cose vanno male, anche la dea bendata manca il bersaglio. Al contrario della Dea di Gasperini, che trova la porta anche in una serata difficile, di battaglia, e porta a casa i tre punti, lanciandosi all’inseguimento della capolista Napoli. E lasciando i giallorossi con soli 2 punti di distacco dalla pericolosissima zona retrocessione.
Beffa delle beffe, a segnare il gol del 2-0 dell'Atalanta che, di fatto, ha chiuso il match è stato proprio Nicolò core ‘ngrato Zaniolo, è suo il colpo di testa sul corner di Cuadrado che spiazza Svilar. Zaniolo si è poi tolto la maglia ed è andato a festeggiare furiosamente sotto la curva ospiti.
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I giocatori della Roma, già visibilmente irritati, perdono la pazienza poco dopo, quando Zaniolo conquista un fallo per un lieve tocco di Paredes sul suo collo. Il primo ad inveire è Manu Koné, poi irrompe Mancini che gli dà un “pugnetto” dietro la testa.
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Zaniolo non raccoglie le provocazioni e sia Brescianini che Ederson chiedono un’ammonizione all’arbitro. Che il clima non fosse sereno, del resto, lo si era capito già dalla bordata assordante di fischi con la quale Zaniolo era stato accompagnato al suo ingresso in campo al minuto 64 al posto di Ademola Lookman. E, al triplice fischio, i giocatori della Roma partono con la caccia all’uomo, Koné sembra il più imbufalito e ci vuole l’intervento di De Roon per allontanare Zaniolo dai guai e invitarlo a festeggiare solo con i suoi compagni, ignorando il pesante coro che si leva dalle tribune di tutto l’Olimpico: “Uomo di m***a, Zaniolo uomo di m***a..”.
Insomma, la Roma sembra aver toccato il fondo, ma sabato avrà l’occasione rapida di risalita. Non sarà facile, perché sarà di nuovo di scena all’Olimpico ma, questa volta, ci sarà il ritrovato Lecce di Marco Giampaolo che, dopo 4 punti in 2 partite, non sarà un cliente accomodante. Ranieri dovrà suonare la sveglia a una squadra addormentata, con un monito preciso: “Dilliding-dillidong, questa è la Serie A, chi si ferma è perduto!”.
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