Sinner, "caso insolito": verso una mazzata clamorosa, la soffiata del super-avvocato
Quello di Jannik Sinner "è un caso molto insolito". Secondo Tim Fuller, avvocato australiano che ha già combattuto e vinto una ostica battaglia contro la Wada, l'agenzia internazionale anti-doping, il tennista italiano numero 1 al mondo non può dormire sonni tranquilli. Anzi: per il legale, tra i massimi esperti al mondo in giustizia sportiva, il 23enne altoatesino avrà pessime notizie dal Tas, il tribunale di Losanna a cui la Wada ha fatto ricorso contro l'assoluzione dell'Itia nel famoso Clostebol-gate a Indian Wells, terminato con la sola sottrazione dei punti guadagnati nel torneo americano dello scorso marzo, ma senza alcuna squalifica.
Squalifica che arriverà invece a inizio 2025 dopo gli Australian Open che Jannik giocherà da campione in carica, assicura Fuller, e sarà pesantissima. Almeno un anno di stop da tutte le competizioni. Una mazzata per la carriera del Rosso di San Candido, lanciatissima sebbene ancora agli inizi.
L'avvocato in passato ha ribaltato la sentenza di squalifica per doping per la nuotatrice sua connazionale Shayna Jack, risultata positiva al Ligandrol, dimostrando che non c'era stata contaminazione.
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Intervistato dal Sidney Morning Herald, il legale si mostra molto meno ottimista per l'azzurro: "Credo che la decisione di non colpevolezza o negligenza verrà ribaltata in appello e verrà imposta una sanzione. Direi che si tratta di un caso davvero molto insolito. La Wada accetta che l'assunzione della sostanza, il Clostebol, non si tratta di un'azione intenzionale, ma sostiene che tu atleta hai, o hai avuto, un certo grado di colpa o negligenza per quanto accaduto".
"Tutto questo perché tu, in quanto atleta, hai la responsabilità finale, che è una responsabilità oggettiva, e pertanto hai dimostrato colpa e negligenza nelle tue azioni". Sinner aveva dimostrato di essere stato contaminato durante un massaggio, che il suo fisioterapista Gianluca Naldi aveva effettuato dopo essersi curato una ferita al pollice con una pomata spray contenete l'agente dopante e procuratagli da Umberto Ferrara, preparatore atletico di Jannik. Entrambi, Naldi e Ferrara, sono stati poi licenziati dal tennista e la prontezza della sua auto-difesa è stata decisiva per mitigare la pena inflittagli dall'Itia, l'agenzia che salvaguardia l'integrità del tennis. Ma contro la sostanziale assoluzione di Sinner ha fatto appello al Tas la Wada, a sorpresa.
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"Quello che in caso andrà esaminato è il grado di colpa o negligenza per quello che si parla di una sanzione di uno o due anni - sottolinea ancora Fuller -. Fino a un anno di sospensione sarebbe la sanzione se fosse conclamato un basso grado di negligenza".