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Sinner, parla coach Vagnozzi: "Qual è il mio unico rimpianto", la partita da ripetere

Roberto Tortora
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Non solo per Sinner, ma anche per i suoi coach è tempo di riposo. Simone Vagnozzi, terminata la stagione, si sta godendo le vacanze nelle sue Marche ed ha rilasciato un’intervista al Corriere Adriatico, in cui ha ripercorso le tappe del 2024 e spiegato perché non si è presentato a Malaga in occasione del bis in Coppa Davis dell’Italia.

Vagnozzi ha così commentato il trionfo azzurro: “Ho seguito la Coppa Davis da casa mia a Castorano, soffrendo sul divano davanti alla tv. Non ero a Malaga, perché la stagione è stata lunga e intensa e poi la Davis è una competizione diversa e, a nostro parere, era giusto che Jannik la vivesse con i compagni di squadra e capitan Volandri. Dopo la vittoria ho mandato un messaggio a Jannik con scritto ‘Missione compiuta’. Era partito per difendere il titolo e ci è riuscito nonostante le fatiche”.

 

 

 

Qualche battuta anche con il collega australiano Darren Cahill, visto che l’Italia ha nuovamente battuto l’Australia nel torneo: “Durante Italia-Australia io e Cahill non ci siamo sentiti, ma abbiamo recuperato domenica. L’ho stuzzicato scrivendogli che avevamo superato l’Australia come punto di riferimento. La verità è che per raggiungere i loro successi (28) ne abbiamo di strada da fare. Io capitano di Davis? Mi piacerebbe, ma c’è tempo”.

Inevitabile, però, toccare anche il caso doping ed il ricorso della WADA al TAS: “Tutti hanno capito che non ha fatto niente di male. Non si può squalificare un giocatore per una contaminazione acclarata dove non poteva evitare di essere contagiato”. Rimpianti? Per Vagnozzi soltanto uno: “Se dovessi scegliere una partita da rigiocare prenderei quella con Medvedev a Wimbledon. Uno Slam dove vogliamo arrivare in fondo. Sinner-Alcaraz sarà sempre una partita fantastica, che sia primo turno o finale”.

 

 

 

Programmi per le vacanze? Vagnozzi svela alcuni particolari del team: “Ognuno a casa sua con la famiglia. Quando Jannik è venuto nelle Marche si è innamorato delle olive all’ascolana. Durante le feste credo che apprezzerà altro. Il padre Hanspeter è un cuoco professionista, un mostro dei fornelli. A proposito di fenomeni”. Applauso finale, quindi, alla FederTennis per il momento d’oro che stiamo vivendo: “Il tennis in Italia non è cambiato grazie a un evento singolo, ma a un percorso. Brava la Federazione a investire sulla preparazione. Tanti ex giocatori come me, Santopadre, Cipolla hanno deciso di diventare allenatori e sono arrivati i risultati: Fognini, Seppi, Cecchinato, Berrettini e poi Sinner. Ora i giovani sognano di diventare Jannik. Bisogna gestire il momento”.

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