Sinner, le parole (clamorose) di Kyrgios dopo il caso Swiatek: "Siamo spacciati"
Il mondo del tennis è tornato a parlare di doping con la sospensione di Iga Swiatek, numero 2 del ranking WTA, fermata per un mese per una positività causata da una contaminazione legata all'assunzione di un farmaco contenente melatonina e regolamentato senza prescrizione medica. Prodotto venduto in Polonia e assunto, di solito, per problemi legati al jet-lag.
L’occasione ha fatto ripiombare d'attualità il tema Sinner, che attende l'esito del ricordo della Wada al Tribunale arbitrale dello sport per l'ormai nota vicenda della positività al clostebol della primavera di quest’anno a Indian Wells.
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Subito sono tornati a galla gli sciacalli, in primis Nick Kyrgios che sta recuperando dopo un lungo infortunio, ma che non smette di digitare su X a gran forza. L’australiano scrive: “Il nostro sport è spacciato", quindi comincia a rispondere ai followers su Sinner. A chi chiede una previsione 'azzardata' nel tennis per il 2025, Kyrgios risponde: "Il nostro numero 1 non fallirà un test antidoping". E a chi adombra un complotto nel tennis perché "loro (?) pensano che siamo tutti stupidi", l'australiano replica: "Entrambi (Sinner e Swiatek, ndr) semplicemente non sapevano".
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Non c’è solo Kyrgios, però, perché anche il canadese Denis Shapovalov ha commentato sarcasticamente lo stop di Swiatek così: “Squalifica di un mese eh!”. Chi, invece, ha sempre avuto una posizione critica, ma intelligente è lo statunitense Taylor Fritz che, appena battuto da Sinner nella finale US Open, dichiarò: “Ciò che mi fa impazzire di queste situazioni non sono i casi in sé. È difficile sapere esattamente cosa è successo, tutti i dettagli in tutti questi casi specifici, quindi le chiacchiere non sono propriamente la mia cosa preferita. Va bene avere le proprie opinioni oneste, ma ciò che non riesco a comprendere e che mi sconvolge come giocatore è il pregiudizio folle degli appassionati di tennis che sostengono qualsiasi versione sia in linea con la loro posizione. Se è positivo un rivale del giocatore che supportano, allora fanno parte del team 'chiamiamolo dopato/imbroglione/disonoriamolo il più possibile'. Se la vicenda riguarda il loro giocatore preferito, allora è 'innocente senza fare domande'. Come si fa a non rimuovere il pregiudizio personale e a non formare un'opinione istruita e onesta?".