Il tennista che Jannik Sinner ha fatto impazzire: "Battuto da un 17enne orribile, volevo ritirarmi"
Steve Johnson, tennista statunitense ritiratosi a marzo scorso all'età di 34 anni, ha avuto una carriera rispettabile. Nella sua bacheca infatti conta quattro titoli Atp, vinti tra il 2016 e il 2018, periodo in cui raggiunse il suo apice con il 21° posto nel ranking. Negli Slam, però, non ha lasciato il segno: il miglior risultato fu un quarto di finale raggiunto a Wimbledon.
E Johnson è il secondo tennista in assoluto ad essere stato sconfitto da Jannik Sinner nel circuito maggiore: era il 2019, Jannik era poco più di un ragazzino e si impose agli Internazionali di Roma. Prima di quell'incontro, escluse le vittorie nei tornei Challenger, Sinner aveva vinto una sola partita Atp. E Johnson quella sconfitta se la ricorda, eccome. Anche perché la prese malissimo e sostenne che Sinner "non avrebbe mai più vinto una partita in vita sua". Valutazione, evidentemente, errata. Profondamente errata.
La partita tra Sinner e Johnson si disputò il 12 maggio 2019. Jannik, che aveva ottenuto una wild card per il torneo romano, sconfisse Johnson al primo turno con il punteggio di 1-6, 6-1, 7-5 in quasi due ore di gioco. Il torneo capitolino si concluse rapidamente per Sinner, battuto al secondo turno da Tsitsipas con un netto 6-3, 6-2. Da allora, però, le cose sono cambiate radicalmente: oggi il ragazzo di San Candido è il numero 1 al mondo.
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E di quella partita del lontano 2019, Johnson ne ha parlato nel podcast Nothing Major. Fu per lui una sconfitta bruciante. "Tutto è successo al torneo di Roma del 2019. Stavo giocando bene, ero 59° al mondo e mi sentivo in forma. Sapevo che il Foro Italico poteva essere impegnativo, ma ero fiducioso. Affrontavo un diciassettenne italiano e giocavamo sul campo centrale. Ero un po’ nervoso, ma una volta iniziato il match, ero certo che avrei vinto. Dall’altra parte c’era un ragazzo molto esile, non vedevo come avrebbe potuto mettermi in difficoltà, e infatti ho vinto facilmente il primo set”.
Sinner, reduce dalla finale al Challenger di Ostrava, era ancora sconosciuto al californiano: “Non avevo idea di chi fosse. Mi sono detto che sarebbe stato imbarazzante perdere quella partita. Nel secondo set ho iniziato male, commesso errori e giocato malissimo. Siamo arrivati al terzo set, dove ho avuto delle chance per vincere, ma alla fine il match mi è sfuggito”, ha ammesso Johnson, che nel set decisivo era avanti 4-1 e aveva anche avuto un match point sul 5-3.
“Quando sono tornato nello spogliatoio – ha proseguito – ho chiamato il mio agente e gli ho detto di cancellare i miei impegni, che mi stavo ritirando. Non potevo sopportare l’idea di aver perso contro quel ragazzo. Gli ho detto che ero stato battuto da un diciassettenne orribile. Il mio allenatore e il mio agente cercarono di rassicurarmi, dicendomi che Jannik sarebbe diventato un grande giocatore, ma io ero convinto che quella sarebbe rimasta l’unica vittoria della sua vita. La vergogna mi stava divorando", confessa l'americano.
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Col passare del tempo, Sinner ha dimostrato di essere destinato a ben altro, grazie a un talento e una mentalità fuori dal comune. Oggi, Johnson guarda con ironia a quell’episodio: “Sono felice di vedere che bravo talent scout sono”, ha affermato ironicamente. “Non avrei mai immaginato che cinque anni dopo sarebbe stato dove si trova ora, ma sono contento di essere una nota a piè di pagina nella sua storia", ha concluso Johnson.