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Nicola Pietrangeli, bordata contro l'Ital-tennis: "Ero a Malaga, nessuno mi ha chiamato"

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Scatenato come sempre, Nicola Pietrangeli. Forse anche di più, dal momento che l'Italia ha vinto la Coppa Davis per il secondo anno di fila e il grande protagonista, ancora una volta, è stato Jannik Sinner, verso il quale il vecchio grande Nic, 90 anni, nutre una ammirazione sconfinata non senza però qualche puntatina velenosa.

Intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari a Un giorno da pecora, su Radio 1 Rai, l'ex capitano azzurro della Insalatiera del 1976 non nasconde un certo smacco per quanto accaduto domenica scorsa in Spagna, al termine della finale vinta contro l'Olanda. "A Malaga - rivela - sono rimasto male perché ero a vedere la finale e nessuno mi ha chiamato per la premiazione dell'Italia, mi è dispiaciuto, sono sincero". Anche un anno fa il trionfo azzurro non fu vissuto in maniera proprio serenissima da Pietrangeli. Che non manca nemmeno oggi di sottolineare il suo primato.

 

 

 

"Per battere tutti i miei record Sinner è sulla buona strada, uno però resta impossibile da battere: le mie 164 partite giocate in coppa Davis". Questo anche perché oggi la Coppa è decisamente più compressa, una formula "più facile rispetto ai miei tempi, ora manca un po' di romanticismo".

 

 

 

Ciò nulla toglie al valore del 23enne altoatesino, numero 1 al mondo e vero dominatore di questo magico, forse irripetibile 2024 segnato dalla vittoria di Davis, Atp Finals e due slam (Australian e Us Open) oltre a vari titoli "minori" (si fa per dire). "La sua potenza - riconosce Pietrangeli a Un giorno da pecora - è impressionante". "Con lui - ecco la provocazione - partiamo sempre dall'uno a zero, Sinner non dà scampo agli avversari, anche se Griekspoor non se l'è cavata male. So che non è possibile, ma mi piacerebbe fargli giocare l'anno prossimo le partite a handicap, partendo sotto di un quindici in ogni game, tanto le vincerebbe comunque tutte...".

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