Sinner-Berrettini, "tre giornate complicate": retroscena spiazzante, cos'è successo in Coppa Davis
I successi di Jannik Sinner e Matteo Berrettini a Malaga, merito anche di Michelangelo Dell’Edera, in grado di gestire al meglio i tennisti azzurri nell’ultima Coppa Davis, in grado di difendere l’insalatiera conquistata nel 2023. Pugliese di Rutigliano, è team manager del sodalizio azzurro e direttore dell’Istituto di Formazione Roberto Lombardi. Nella sua intervista al Corriere della Sera, ha spiegato meglio il suo ruolo: “Raccogliere le informazioni e trasferirle al capitano — ha detto — Poi in tanti sanno che lavoro gomito a gomito anche con i piccoli. È un processo che nasce dal basso, una visibilità dovuta a 30 anni di lavoro”.
Sulla vittoria di domenica: “Eravamo tutti molto tesi perché arrivavamo da tre giornate complicate, con molte insidie — ha aggiunto —. Basti vedere gli ultimi 15 di Sinner (da 40-0 a 40-40 nell’ultimo game, ndr). Vincere è difficile, confermarsi di più. Per questo le emozioni sono state tante, ma contrastanti”. Poi parole al miele per Jannik Sinner, definito “un ragazzo di umiltà, semplicità e disponibilità straordinarie — le sue parole — Ma una volta entrato in campo, ritrova con grande naturalezza automatismi sportivi creati negli anni. Vederlo giocare a tennis e scivolare è come osservarlo sciare. E in quest’ottica, una volta indossati gli occhialini e il casco, si trasforma, con il suo sguardo impenetrabile, alla Bjorn Borg, e il suo tennis stratosferico”.
Con Berrettini, l’altro grande protagonista della vittoria in Coppa Davis, Dell’Edera ha un rapporto “straordinario — ha aggiunto — Matteo gli è stato sempre molto vicino e viceversa. Hanno un legame forte, al punto che lo scorso anno Jannik gli promise che il prossimo protagonista della coppa Davis sarebbe stato proprio lui, Berrettini. Anche per questo le poche energie rimastegli, Sinner le ha utilizzate tutte”. Il contributo del team manager alla causa azzurra è invece arrivato nella “determinazione, resilienza e passionalità — ha detto ancora il pugliese — Ma in fin dei conti in campo vanno i giocatori e noi abbiamo solo il compito di metterli nelle condizioni di esprimersi meglio”. Secondo Dell’Edera, infine, il successo del sistema Italia di tennis “è nato in Puglia, e non esagero — ha concluso — «Dal 1992 al 2001 ho lavorato solo per la Puglia e abbiamo ottenuto grandi risultati”.
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