Sinner e Berrettini, Pietrangeli bombarda: "La differenza tra questa squadra e la mia del 1976"
A Malaga è la vittoria di Jannik Sinner, numero 1 praticamente "ingiocabile" per qualsiasi avversario, ma forse la Coppa Davis azzurra, la seconda di fila, porta soprattutto la firma di Matteo Berrettini. Risorto con la maglia della Nazionale dopo un periodo buio e un 2024 ancora tra luci e ombre, sia pure in netta crescita. Le sue partite, tutte sudate e sofferte, per questo sono una fotografia ancora migliore della forza dell'Italia del tennis, una "squadra", ricca di elementi di spicco, tutti di qualità e tutti disposti al sacrificio per la maglia.
Il 2024 del tennis italiano è "inarrivabile e indimenticabile, mi viene da dire che non c'è mai fine al meglio. Già la vittoria in Davis dello scorso anno pensavamo fosse qualcosa di incredibile, con Sinner in finale alle Atp Finals. Però adesso si è andati molto oltre, è qualcosa che dimostra come ci sono dei limiti che a volte vengono distrutti. Bisogna godere di questo momento, bisogna festeggiare ed essere consapevoli che è qualcosa probabilmente di irripetibile", è il commento di Vincenzo Santopadre, ex allenatore di Berrettini protagonista sia contro l'Australia sia contro l'Olanda. Un successo targato anche The Hammer, insomma. "Credo che anche questo contribuisce al fatto di essere ancora più contento, perché sappiamo quanto lui personalmente ci tiene a questa competizione. Quanto ha dato al tennis italiano e probabilmente meritava lui che l'Italia vincesse un'altra Davis con lui in campo", ha aggiunto all'agenzia LaPresse.
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"Proprio cinque minuti fa mi ha fatto una videochiamata, era in aeroporto e c'è grande contentezza e gioia. Abbiamo ricordato che è passato un anno da quando lui ha festeggiato senza scendere in campo, è stato bello", ha rivelato ancora Santopadre riferendosi al periodo difficile attraversato dal tennista romano costretto ai box per un infortunio lo scorso anno. Tornato in buona forma ora Berrettini nel 2025 punta a tornare nelle posizioni che contano del ranking. "Matteo ha dimostrato di avere tante qualità, mi auguro per lui che possa fare il meglio possibile poi che sia top 10 o primi 20 poco cambia. Io resto il suo primo tifoso, spero possa andare a prendersi le soddisfazioni che merita", ha dichiarato Santopadre.
Decisamente più velenoso invece il commento di Nicola Pietrangeli, mito del tennis azzurro mai troppo dolce con i suoi eredi. Intervistato dal Messaggero, l'ex capitano della prima storica Davis del 1976 ha paragonato i due cicli: "Sono due squadre diverse, entrambe forti. Anche il gioco è totalmente diverso: chi riesce a tirare più forte vince. C'è poco spettacolo vero, è tutto troppo veloce e non hai il tempo di pensare al colpo. Mi sembra che questa squadra sia molto più docile, fatta di bravi ragazzi". Non proprio un complimento.
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Così come sono maliziose le parole su Berrettini: "Quando sai già di partire con un punto di vantaggio, perché possiamo serenamente affermare questo, allora giochi con più tranquillità. Le due partite di Berrettini sono state bruttissime ma bellissime per il risultato, che poi è quello che conta". Tradotto: esultiamo, sì, ma senza esagerare.