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Sinner, "Griekspoor ci ha provato spesso": il dettaglio sull'olandese che ci ha regalato la Coppa Davis

Leonardo Iannacci
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Ci sarebbe servito un epinicio omerico, uno svolazzo in stile Gianni Clerici oppure un’invenzione di Gianni Brera per descrivere meglio quello che sta continuando a combinare l’Italtennis in questo scintillante 2024.

Battendo l’Olanda, è andata a chiudere un’annata mirabile vincendo la terza Coppa Davis della sua storia. Ecco perché avremmo bisogno di qualcosa di veramente mirabile per cantare l’ultimo atto di una stagione che rimarrà memorabile: Jannik Sinner, il pifferaio magico di un Italtennis che, sul cemento del palasport Josè Carpen, un eroe del Partito Popolare di centrodestra spagnolo assassinato nel 2000 dall’organizzazione terroristica dell’ETA, ha come sempre trascinato gli azzurri e mostrato al mondo come si gioca e si vince, anzi si trionfa. «Una squadra straordinaria», il primo complimento arrivato in serata dalla premier Giorgia Meloni.

 

 

 

SCUOLA

Il 2-0 che Sinner e Berrettini hanno inflitto ai malcapitati olandesi è la conferma della bontà della nostra scuola. Matteo in versione The Hammer è stato implacabile contro il batavo dal nome impronunciabile, quel Botic van de Zandschulp (numero 80 del ranking) regolato per 6-4, 6-2 e tramortito da 16 ace e dall’85% dei dritti vincenti di un campione ritrovato come è il 28enne romano (in lacrime dopo aver conquistato la Davis) che, in questa Davis, ha vinto cinque singolari su cinque. Il suo 2025, salute fisica permettendo, lo rilancerà fra i primi 20 del mondo, ora è 35esimo.

Poi è stata la volta di Jannik Sinner, chiamato in scena per affondare l’olandese Tallon Griekspoor, numero 40 del ranking, uno che ci ha provato spesso a infastidire il nostro rosso di Sesto e non ci è mai riuscito.

 

 

Neppure ieri quando, dopo un set gagliardo e pieno di buone giocate, ha alzato bandiera bianca al tie-break allorchè è venuta fuori la cinica voglia di voglia di vincere del nostro numero 1 che ha chiuso 7-6, 6-2. Per Sinner, implacabile giustiziere che non perde dal 2 di ottobre un incontro (ko a Pechino contro Alcaraz), è stata la vittoria numero 73 su 79 partite giocate. Il primo set è stato faticoso: soffrendo non poco Jannik ha chiuso 7-2 al tiebreak giocando tre colpi decisivi nel finale: una pregevole palla corta e due punti con il servizio. Il secondo set si è trasformato in una cavalcata trionfale con Sinner che ha brekkato due volte il batavo e chiuso 6-2 per essere, poi, travolto dall’affetto della panchina azzurra che ha riconosciuto in lui il capobranco.

 

 

 

Ogni azzurro si porterà a casa un premio di 500.000 euro. «Bellissimo finire l’anno così, ci tenevo tanto. Con Matteo in squadra è un po’ diverso, vincere con lui è bello ma anche gli altri hanno dato un grande contributo» ha detto Jannik. E Berrettini: «È stata una coppa volutissima, con tante vicissitudini. Avevo dubbi a inizio stagione e devo tanto a Jannik: ha voglia di migliorarsi e non porsi limiti». Ha chiuso Angelo Binaghi, numero 1 dellaFITP: «Che dire? Il tennis italiano è primo nel mondo!». Detto questo, il tennis italiano chiude un anno fantastico ci rivedremo in Australia, per l’Open di Melbourne. Nel frattempo, Omero, Clerici e Brera ci perdoneranno ma eccolo l’aggettivo per Sinner e i suoi topolini/e azzurri: fantastici.

 

 

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