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Jannik Sinner, a un passo dalla storia: cosa manca per completare la migliore annata di sempre

Gabriele Galluccio
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L’Italia non dovrà aspettare altri 47 anni per vincere la prossima Coppa Davis. Un’affermazione forse un po’ presuntuosa, ma è inutile fingere umiltà: un “Dream Team” come quello azzurro le altre nazionali se lo sognano. Un anno fa a Malaga era bastato il solo Jannik Sinner per riportare l’Insalatiera in Italia, stavolta al suo fianco ci sarà il meglio che il tennis nostrano ha da offrire: Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Sinner fa ormai uno sport a parte, è il numero uno indiscusso e nessuno dei tennisti presenti in Davis ha la benché minima speranza di batterlo, salvo miracoli sportivi.

Con Jannik l’Italia sa di partire già dall’1-0 in una competizione a squadre. E stavolta Volandri avrà l’imbarazzo della scelta sul secondo singolarista. Musetti ha giocato la miglior stagione della sua carriera, vincendo un bronzo olimpico e raggiungendo le semifinali a Wimbledon. A Lorenzo è mancato l’acuto a livello Atp (ha perso tre finali), ma in un anno è cresciuto tanto, soprattutto a livello mentale: questa stagione deve essere un punto di partenza, ha il talento per rientrare tranquillamente tra i primi dieci giocatori al mondo. Chi ne faceva parte a pieno titolo era Berrettini, che è stato numero 6 del ranking ed è ancora oggi l’unico italiano ad aver giocato una finale a Wimbledon.

 

 

Matteo si è lasciato alle spalle una serie tremenda di infortuni e ha iniziato a scalare da zero la montagna del ranking Atp: ha vinto tre titoli su quattro finali ed è risalito in top 40. La convocazione alle Final Eight di Malaga se l’è meritata non solo per il tennista che è stato, ma anche per quello che è ancora quando sta bene: a Bologna è stato lui a trascinare l’Italia nel girone di Davis, vincendo tutti e tre gli incontri disputati. A completare il team Simone Bolelli e Andrea Vavassori, specialisti del doppio. Non ce ne vogliano, però con Sinner a disposizione nel caso in cui si arrivasse al doppio sarebbe forse meglio far giocare Jannik con Berrettini... D’altronde è già successo un anno fa, quando l’altoatesino ha ribaltato la semifinale con la Serbia vincendo in singolo contro Djokovic e poi in doppio con l’aiuto di Sonego.

Oggi i quarti con l’Argentina (ore 17, diretta Rai 2 e Sky Sport) devono essere una formalità per gli azzurri, con il tridente Sinner-Musetti-Berrettini nettamente superiore a quello formato da Baez-Cerundolo-Etcheverry. L’unica squadra che può pensare almeno di impensierire l’Italia è quella americana, che può contare su tre giocatori di ottimo livello, ovvero Fritz, Paul e Shelton. Anche per gli Usa si presenta però il dilemma Sinner: come si fa a batterlo? Di certo Fritz non ha la risposta, dopo le recenti batoste all’US Open e alle Atp Finals...

Vincere non è scontato e riconfermarsi è sempre più complesso, però l’Italtennis non può nascondersi: è nettamente superiore, ha la squadra più forte e completa. Non a caso nel 2024 l’Italia è stata la nazione con più titoli Atp: ben tredici, otto dei quali vinti da Sinner, poi tre da Berrettini e uno a testa da Darderi e Sonego. Un altro trionfo in quel di Malaga non farebbe che ribadire la superiorità dell’Italia, che si è costruita un “Dream Team” che al tennis sta come quello storico americano al basket. Ai Giochi del ’92 Magic Johnson guardava a destra e vedeva Michael Jordan, guardava a sinistra e vedeva Larry Bird o Charles Barkley. A Malaga capitan Volandri guarda a destra e c’è Sinner, guarda a sinistra e c’è Musetti o Berrettini...

 

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