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Paolo Bertolucci-Adriano Panatta, tensione in diretta: "Al massimo Coccia di Morto", "Hai sbagliato pillola?"

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Un talento fantastico, nonostante i soli 23 anni d’età. Un giocatore eccezionale, che si è prese le Finals a Torino e che ora insegue con la Nazionale italiana il successo a Malaga in Coppa Davis, tentando di bissare la vittoria dello scorso anno. Jannik Sinner sta rendendo orgoglioso un intero Paese e consolida sempre di più la prima posizione nel ranking. Orgogliosi di lui sono anche gli ex tennisti Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, anche loro vincitori in Coppa Davis, ma nel lontano 1976 in Cile. Hanno parlato di Jannik entrambi nel podcast da loro condotto, La Telefonata.

“Sinner ci sta portando sulla Luna. Io ero abituato con te, mi hai portato al massimo a Coccia di Morto. Pensa chi seguivo…”, è stata la provocazione di Bertolucci a Panatta. “Sei sovreccitato, hai sbagliato pillola stamattina, hai avuto qualche sorpresa che da tempo non succedeva?”, la replica di Adriano, che è stato alla battuta. “Quando c’erano le Finals con i Big Four c’erano dei match più interessanti”, ha riflettuto ancora il Campione del Mondo 1976 al Roland Garros. “Lui è un extraterrestre ma solo Alcaraz se torna al suo livello può impensierirlo”, ha detto così Bertolucci. “Ora non c’è storia, c’è meno concorrenza. Vincere senza perdere un set dimostra che lui è un fenomeno, ma che gli avversari non sono di livello”.

 

In Coppa Davis, l’Italia parte come favorita, almeno secondo Panatta: “La nostra Nazionale è la più forte delle otto”, ha detto convinto nel podcast. Ma Bertolucci lo ha frenato: “Ci sono un paio di squadre che possono darci fastidio — il suo commento —. Gli Stati Uniti, ad esempio: Paul può battere sia Berrettini che Musetti”. Sul doppio, Paolo non ha avuto dubbi: “Fosse per me, andrei con Sinner e qualcun altro”. Infine il ricordo di Panatta, di quando Bertolucci rubò da un camion merendine, scatole di tonno, cioccolata e poi nascose “il bottino” nel suo armadio. Il tutto prima di un incontro di Davis in Svezia: “Fui io ad avvisare il direttore tecnico Mario Belardinelli — ha ricordato Adriano —. Avevi paura di morire di fame?”. “Sei una merd***, uno spione…”, è stato il commento finale di ‘Braccio d’Oro’.

 

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