Il Giro torna in Italia dopo le cadute olandesi
Classifica generale già con grandi distacchi e molti big in ritardo
Giorno di riposo per il Giro d'Italia. Ventiquattrore utili anche ai commentatori per tirare le fila e analizzare una classifica drammaticamente sconvolta dalle insidiose tappe olandesi, in cui a farla da padrona non sono stati i velocisti, bensì il vento, gli spartitraffico e le conseguenti cadute. Mai prima d'ora, infatti, i primi 400, pianeggianti chilometri del Giro d'Italia avevano messo fuori gioco così tanti attesi protagonisti, già costretti ad abbandonare i sogni di gloria in classifica generale da ritardi ormai incolmabili. Per quanto si rischi di semplificare il tutto e dimenticare qualche nome, per facilita di comprensione dividiamo in tre fasce i corridori: i promossi (o scampati al pericolo), i rimandati (ma comunque in corsa) e i bocciati. I + sono facilmente individuabili. Basta dare un'occhiata alla classifica generale, "ripulendola" dai velocisti per avere la lista di chi può archiviare con soddisfazione la tre giorni tra i tulipani. Il primo nome è quello di Alexander Vinokourov (Astana). Il Kazako diretto da Martinelli voleva la maglia rosa, dando seguito alla condizione sfoggiata alla Liegi. Obiettivo centrato, anche con grande autorità. A 5" dal Vino spicca il nome dello squalo Vincenzo Nibali (Liquigas), chiamato al via all'ultimo per l'esclusione di Pellizotti e subito nel vivo della corsa: a tal proposito utile per il giovane siciliano sono state le esperienze all'Amstel, dove Nibali ha capito come si corre sulle anguste vie olandesi. Stesso discorso vale per Ivan Basso. Parliamoci chiaro, il varesino era quello che più di tutti aveva da perdere al nord: con una condizione non eccelsa e un cronoprologo sempre sfavorevole, la punta della Liquigas rischiava di ritrovarsi senza nemmeno accorgersi con un minuto sul groppone. Invece, eccezion fatta per la maglia rosa, sono tutti gli altri a dover inseguire Basso. E nemmeno la cronosquadre di domani di 33 km sembra preoccupare più il vincitore del Giro 2006: la squadra è forte e la formula della prova potrebbe permettergli di limitare i danni. Oltre ai tre corridori citati, meritano un bel + Stefano Garzelli, Michele Scarponi e Paolo Tiralongo: non saranno i favoriti, ma qualche soddisfazione i tre corridori italiani se la possono togliere (anche se Tiralongo sarà chiamato ad aiutare Vinokourov). Attenzione anche al russo Karpets, rimasto anche lui tra i primi. Salvo senza troppe ripercussioni l'iridato Cadel Evans che, per quanto abbia il rammarico di aver perso dopo un solo giorno la maglia rosa, ha perso solo 45" nella tappa di ieri, quella in cui avrebbe potuto accusare un gap ben più pesante. In virtù della buona prova contro il tempo del prologo, l'australiano della BMC è ora a 43" dalla vetta, un distacco che sicuramente si può recuperare, anche se la squadra americana dovrà dimostrare qualcosa di più di quanto fatto vedere sinora. Veniamo invece ai bocciati che, purtroppo per loro, sono tanti. Quello messo meno peggio è lo spagnolo Carlos Sastre: ha perso nel prologo, è arrivato nel secondo gruppo nella prima frazione in linea e ha perso secondi anche ieri, arrivando con Evans. La sommatoria di queste prime tre frazioni lo relegano in 43° posizione, a 1' 40" dalla rosa. E domani la cronosquadre potrebbe definitivamente affossare le ambizioni di uno dei quattro grandi favoriti della vigilia. Insomma c'è di che piangere. Sono già compromesse in maniera definitiva le ambizioni di classifica di Domenico Pozzovivo e di Bradley Wiggins. Entrambi volevano puntare a entrare nei primi 10, Wiggins con l'obiettivo di preparare il Tour, Pozzovivo per confermare i suoi progressi nei panni del capitano. Entrambi ora dovranno curarsi dalle ferite fisiche e morali e puntare alle singole tappe. Lo stesso farà Damiano Cunego, attualmente con un ritardo di 2' e 7". E' vero che il veronese aveva affermato di non voler curare la classifica generale, ma per sua stessa ammissione Cunego puntava ad arrivare in ottima posizione al Terminillo per poi misurarsi con i grandi favoriti e decidere poi le strategie da tenere in corsa. Strategie che, invece, sono già state decise dalle frazioni olandesi. Corsa rosa quindi priva di molti protagonisti prima ancora delle fasi calde? Può darsi, anche se un aspetto positivo potrebbe esserci: con così tanti atleti ambiziosi lontani dai vertici della graduatoria, potrebbero vedersi presto i fuochi d'artificio, con attacchi da lontano e alleanze trasversali tra diverse squadre, tutte intenzionate a far saltare il banco. Missione difficile, ma di chilometri la carovana rosa ne ha ancora molti da fare.