Jannik Sinner-Taylor Fritz, clamorosi rumors prima della finale: cosa "minaccia" la partita
Lo aveva detto il povero Casper Ruud, poco prima di scendere in campo contro Sinner: «Sembra proprio che Jannik abbia dimenticato il significato della parola sconfitta». Difatti, chiamato alla 75esima partita di questo caleidoscopico 2024, il rosso di Sesto Pusteria non si è smentito e con una furia per lui quasi inconsueta ha ottenuto la 69esima vittoria stagionale (6 i ko) contro il norvegese numero 7 del ranking approdato, non senza sorpresa, in semifinale.
Sinner ha strappato il pass per l’ultimo atto di oggi (ore 18, diretta su Rai2 e sui canali Sky) nel quale si ritroverà dall’altra parte della rete Taylor Fritz, il pivot americano che ha già schiaffeggiato a domicilio due mesi fa, ovvero nella finale di Flushing Meadows. Contro Rudd ha portato a termine il compito perfetto senza perdere neppure un set, e siamo otto a zero nel computo vinti/persi a queste Nitto Finals, rimandandolo a Oslo e umiliandolo, con il punteggio di 6-1, 6-2. «Un’emozione incredibile, sto indirizzando l’energia del pubblico per essere sempre al 100%. Voglio fare meglio di un anno fa quando ho perso la finale», ha detto alla fine della mattanza il magnifico rosso. La prima frazione della semifinale fra Sinner e Ruud aveva già anticipato come sarebbe finita la faccenda: Jannik, devastante nei colpi di rimbalzo, ha strappato due volte il servizio al norvegese con sgommate che evidenziavano le diverse cilindrate fra i due in campo. E ha chiuso sul velluto con un mortificante 6-1 in soli 29 minuti. Secondo set e solito copione: sul 2-2, come un lupo in agguato, Sinner ha brekkato due volte e ha acceso il turbo per un trionfo che sa di dominazione.
Oggi Jannik ha nel mirino l’ottavo trofeo stagionale dopo i due Slam (Australian Open e US Open), i tre Atp Masters 1000 (Miami, Cincinnati e Shangai), i due Atp 500 (Rotterdam e Halle). Sarebbe il primo in Italia e davanti alla sua famiglia: mamma Seglinde, papà Hanspeter e il fratello Mark (misteriosa, invece, l’assenza di Anna Kalinskaya...). A proposito di bellezza, forse non è stato un caso ma Paolo Sorrentino, seduto a pochi metri da noi, non può che aver pensato al titolo del film che gli ha dato l’Oscar vedendo in azione Sinner e, nel pomeriggio Fritz e Zverev: questo tennis è davvero una grande bellezza e può essere paragonato ai duelli epici della cinematografia western di un tempo dove talento, potenza e colpi rudi si mescolavano alla poesia. Alla grande bellezza del tennis odierno, appunto.
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Nel pomeriggio, invece, era andata in scena l’altra semifinale, l’altra grande bellezza che è stato un duello virile e rusticano di colpi proibiti, di servizi come missili, di nervi tesi e muscoli tirati. Però equilibrato. Naturale, quindi, che fra Sascha Zverev e Taylor Fritz, il tedesco numero 2 del mondo contro il californiano numero 5, sia finita al terzo set e al tie-break: 6-3 3-6 7-6(3). Epilogo di una singolar tenzone che ha arriso a Fritz, per la quarta volta consecutiva in questa stagione giustiziere di un Zverev che ha visto svanire il sogno di conquistare le Finals per la terza volta, dopo i trionfi del 2018 e del 2021.
Qualche dato su questo bombardamento incrociato: Fritz ha vinto la battaglia degli ace, 15 contro 10 mentre il tedesco ha servito più prime in campo, 78% contro il 71%. L’americano ha avuto una percentuale migliore di punti, 85% contro 80%, mentre con la seconda è stato più efficace Zverev, 50% contro il 33%. Sascha ha messo a referto più vincenti, 34 contro 31, e meno errori gratuiti, 29 contro 34. Ma è uscito stremato e sconfitto dopo due ore e 21 minuti. Oggi andrà pertanto in scena un replay dell’ultima finale degli US Open. Per chi non lo ricordasse, allora il punteggio fu impietoso per Taylor Fritz: Jannik vinse in tre set secchi: 6-3, 6-4, 7-5. E abbiamo detto tutto.
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