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Claudio Ranieri? Roma, spese pazze per i mister: ecco le (insostenibili) cifre

Federico Strumolo
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«Sono tornato ad allenare soltanto per il bene della Roma e sarò l’uomo dei Friedkin per riportarla nelle prime posizioni», parola di Claudio Ranieri. Il tecnico 73enne aveva deciso di lasciare la panchina, dopo aver salvato il Cagliari l’anno scorso, ma non ha saputo resistere al richiamo del giallorosso. Una storia romantica, considerando che per Ranieri si tratta della terza esperienza da allenatore della Roma, dopo aver sfiorato lo scudetto nel 2010, per tornare una prima volta nel 2019, e che nello stesso club è cresciuto da giocatore, collezionando 6 presenze in Serie A nella stagione 1973/74. Il romanticismo, però, lascia spazio al cinismo se si osserva la situazione dal punto di vista del portafoglio.

Non tanto per quanto dovrà riconoscere la Roma a Ranieri, dato che il tecnico ha accettato uno stipendio di un milione e mezzo di euro netto fino al termine della stagione, ma perché il compenso va a sommarsi a quelli già a libro paga di Daniele De Rossi, esonerato a settembre e pagato 3 milioni netti l’anno (poco prima aveva firmato il rinnovo e resterà legato alla Roma fino al 2027), e Ivan Juric, fatto fuori pochi giorni fa ma forte di un contratto di 2 milioni fino al termine della stagione. Insomma, la cifra netta totale che spenderanno i Friedkin quest’anno per la panchina tocca i 6.5 milioni di euro, come gli stipendi da 6,5 milioni l’anno di Simone Inzaghi con l’Inter e di Antonio Conte con il Napoli. La Juventus ne dà quasi la metà a Thiago Motta (3,5 milioni), mentre Atalanta e Milan fanno meglio, con i 3 milioni riconosciuti a Gian Piero Gasperini e i 2,5 milioni a Paulo Fonseca.

 

 

Il dato, però, diventa clamoroso paragonandolo a quello dei rivali cittadini della Lazio, che per ritrovarsi secondi a un solo punto dal Napoli, spendono appena un milione e mezzo per Marco Baroni (il solo Juric costa di più...). Insomma, la gestione finanziaria dalle parti di Trigoria lascia a desiderare. E sono in molti a pensare che, a questo punto, sarebbe stato meglio tenersi José Mourinho, che con il suo ingaggio da 7 milioni costava poco più del trio attuale, per un rendimento non certo peggiore (la Roma è dodicesima, con soli quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione).

La piazza, comunque, è contenta di riaccogliere l’amato Ranieri, sperando che il suo sapere possa interrompere la crisi. «Avevo smesso di allenare e ho avuto più richieste in questi mesi rispetto a quando ho vinto con il Leicester. Solo in due casi potevo tornare: per la Roma o per il Cagliari. Ma ero davvero convinto di smettere, il fato ha voluto che tornassi a casa. Ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò qui come allenatore e dirigente» racconta Ranieri nella conferenza stampa di presentazione. In tanti si chiedono quali saranno le novità tattiche e per il momento Ranieri risponde così: «Mi chiedo perché Hummels non giochi, ma ora vediamo, magari sbaglierò anche io.

Prometto che non vedrete più Angelino in difesa, mentre Dybala e Soulé possono giocare insieme, ma ora non mi sento di prometterlo. Modulo? Non c’è più un sistema base nelle squadre, devo vedere chi è in forma». E su Hummels, “dimenticato” da Juric risponde col sorriso tra le labbra: «Perché non dovrebbe giocare?». Infine una battuta sulle leggende Francesco Totti e Daniele De Rossi: «Magari si parlerà con Francesco per capire ciò che può dare, ma non significa che torni. Mi sono sentito e mi sentirò ancora con De Rossi, perché è una persona magnifica. Ora penso a dirigere la squadra, non illudo nessuno per il futuro, non ne abbiamo parlato coi Friedkin», parola di Ranieri.

 

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