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Jannik Sinner, un'indiscrezione dolorosa: cosa nasconde quel suo ultimo sorriso

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Ride e sorride come forse non lo avevamo mai visto fare in precedenza. Si parla di Jannik Sinner, impegnato alle Atp Finals di Torino, alla caccia del suo primo grande trionfo davanti al pubblico italiano, questa sera - sabato 16 novembre - la semifinale contro il norvegese Casper Ruud (due i precedenti, entrambi a favore dell'altoatesino).

Insomma, il ragazzo di San Candido appare rilassato, sereno. Ha ritrovato quella tranquillità minata dall'assurda vicenda Clostebol, tutt'altro che conclusa: sul suo futuro pende infatti il ricorso della Wada e la possibile, per quanto inspiegabile, squalifica a inizio 2025. E così ci si interroga: il sorriso serve ad esorcizzare la paura? La risposta, per inciso, in una certa misura la ha data lo stesso Jannik: "Sì, ho paura, ma provo a vincerla". Così alla bimba che lo aveva accompagnato in campo, mano nella mano, nel match poi vinto contro Daniil Medvedev. E chissà se quella paura era riferita alla partita o a quello che potrebbe riservargli il futuro prossimo.

 

Sinner è uno che ha pieno controllo mentale, ha i nervi di ferro, sa gestire le pressioni come pochissimi altri atleti di qualsivoglia disciplina. Interpellato sul tema dei suoi sentimenti, ecco che affermava: "Non dimostro tanto le emozioni però le ho, sono un essere umano come tutti". E di emozioni, per certo, ne ha da vendere: oltre a quelle che può offrirgli il campo, ci sono quelle, certo differenti, negative, che derivano dal possibile stop. Già, a fermarlo - seppure per un breve lasso di tempo - potrebbe essere proprio il ricorso della Wada, in barba alle 68 partite vinte a fronte di sole sei sconfitte, ad ora, in tutto l'anno. Vedremo. Quel che sarà, sarà. In attesa di capire cosa si nasconde, davvero, dietro il sorriso dell'inarrivabile Jannik Sinner.

 

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