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Jannik Sinner, Pietrangeli svela il lato segreto: "Dovete ascoltare i suoi colpi..."

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"Jannik Sinner è proprio un bel fenomeno. Questo gioco qui lo gioca proprio da numero uno, è devastante. Non si scappa, non è che poi si possa mettere in discussione. Che ranking ha? Numero uno. E basta, è finito. Sono finiti i botti". A Torino per seguire le Atp Finals, Nicola Pietrangeli, ex campione di tennis e capitano della squadra di Coppa Davis campione del mondo nel 1976, in un colloquio con l’AGI prima di andare a seguire l’incontro più attso della giornata tra Zverev e Alcaraz, parla volentieri del ’fenomeno Sinner’ e poi anche del doppio Bolelli-Vavassori. L’azzurro n.1 del mondo è uno dei giocatori più potenti mai apparsi nel circuito, forse il più potente, e il suo gioco a tratti è incontenibile. Ne è convinto anche Pietrangeli. "Io dico sempre che Sinner non bisogna solo guardarlo, bisogna sentirlo perché il botto che dà lui a questa palla è sicuramente molto superiore a quello di tutti gli altri". A 23 anni che margine di miglioramento ha? Secondo l’ex campione, oggi 91enne, "più di essere il numero uno non può andare. Ha raggiunto la vetta. Se vince così non c’è bisogno di migliorare", aggiunge.

Il tennis è quindi destinato a vedere un solo uomo al comando a lungo? Pietrangeli è di questa idea e vede un solo avversario credibile per Sinner. "L’unico che potrebbe dargli fastidio è Alcaraz: è un pò pazzo ma è l’unico che ha il gioco per batterlo. Gli altri no. Uno come Medvedev che gli ha sempre dato fastidio, per esempio, ormai non riesce più a contrastarlo". E Alexander Zverev? "A me piace molto e sta lassù, è numero due del mondo - spiega - ma non lo vedo al livello di Sinner". Nei prossimi anni, dunque, ci sarà solo Alcaraz a dare fastidio a Sinner? Pietrangeli azzarda un paio di nomi che potenzialmente possono diventare degli antagonisti credibili dell’italiano: "C’è l’americano Ben Shelton che non è male e poi l’inglese Jack Draper che gioca molto bene, è davvero buono".

 

 

Oggi pomeriggio alle 18 l’Italia spera di portare in semifinale anche il doppio Bolelli-Vavassori, attesi nella partita dentro-o-fuori con Arevalo-Pavic, coppia n.1 del ranking mondiale. Sulle chance degli azzurri Pietrangeli non si sbilancia: "Diciamo che è un buon doppio anche se io non l’ho visto", spiega. Poi dà ragione all’ex doppista Paolo Bertolucci che da capitano ha condotto alla vittoria della Coppa Davis, che al’AGI ha detto ieri che ormai per la nuova formula del doppio è impossibile fare una graduatoria e il ranking ha poco significato perché è diventato uno sport violentissimo. "Ormai sono obbligati a giocare una specie di misto perchè tu servi a 220 però la palla torna a 240 quindi non fai neanche in tempo ad andare a metà campo. A ben guardare - aggiunge - tutto lo sport è diventato molto più fisico che tecnico quindi va bene così. A me personalmente non piace - conclude un pò nostalgico - ma questo è il ricordo dei vecchi che non invidiano i giovani però dicono che è oggi il tennis è diventato un altro gioco". 

 

 

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