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Roma, dopo Juric Mancini o... L'ipotesi estrema di Friedkin e Ghisolfi

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Che non fosse un buon segno il suo arrivo a Roma lo si era capito all’inizio. Una squadra arrabbiatissima con la società per l’addio di Daniele De Rossi e mai decollata in campo con l’arrivo di Ivan Juric. L’avventura dell’allenatore ex Verona e Torino in giallorosso è finita male.

Dopo la sconfitta interna per 2-3 contro il Bologna, è arrivato subito l’esonero. I tifosi romanisti hanno fischiato subito il croato e finito con lo sciopero del tifo: bandiere ammainate e silenzio, con tanta gente che ha abbandonato lo stadio strada facendo. Il pari in Europa giovedì contro il Saint-Gilloise aveva già probabilmente compromesso la situazione per il croato, che farà spazio in panca a un nuovo tecnico e lascerà dopo un rapporto non idilliaco con diversi giocatori (come quelli in tribuna domenica: Dybala, Pellegrini e Zalewski) e tifoseria. 

 

 

 

Intanto la società giallorossa, che in settimana dovrebbe ufficializzare anche il nuovo Ceo (Carnevali il primo in lista, Perrelli e Antonello gli altri nomi), punterà a un nuovo tecnico. Secondo La Gazzetta dello Sport, il nome caldo è quello di Roberto Mancini, che però vuole un contratto fino al 2027 e un progetto di ristrutturazione.

Già da domenica sera, però, ha iniziato a prendere piede anche la candidatura di Rudi Garcia, che alla Roma ci è già stato due anni e mezzo (dal 2013 al gennaio 2016). Francese come Ghisolfi, potrebbe essere contattato proprio da lui. Non è da escludere la possibilità di un ritorno di Daniele De Rossi, ma c’è da convincere i Friedkin, impresa non facile.

 

 

 

Le altre piste, straniere, portano in Inghilterra, a Frank Lampard e Graham Potter. Anche se poi in Italia ci sono liberi alti profili come Ranieri, Allegri e Sarri. Infine Terzic, che era già stato contattato prima di Juric.

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