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Jannik Sinner, Paolo Bertolucci spiazza: "Il vero rivale a Torino non è Alcaraz"

Leonardo Iannacci
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Meno due. Mancano due soli giorni all’ora Sinner e all’inizio dell’Operazione Finals che Jannik cercherà di portare a termine sul campo in cemento dell’Inalpi Arena di Torino per acciuffare la corona di “maestro dei maestri” 2024. Ieri sono stati sorteggiati i gironi di qualificazione in vista della finalissima di domenica 17 e il numero 1 del mondo ha evitato di trovarsi tra i piedi Carlitos Alcaraz, finito nel gruppo intitolato a John Newcombe insieme a Zverev, Ruud e Rublev.

Con l’italiano giocheranno nel girone Ilie Nastase Medvedev, Fritz e De Minaur. Jannik debutterà domenica sera alle 20.30 contro l’australiano.Paolo Bertolucci, ex campione degli anni ’70, e ora voce di Sky, ha esaminato ai raggi X i magnifici otto assegnandogli le seguenti possibili percentuali di vittoria.

 

 

 

Sinner 35%: «Proprio qui a Torino riceverà il premio “Year End No.1” che lo nomina re del 2024 e quindi non può che essere il logico favorito. Questo potrebbe costituire un problema per la tensione di giocare in casa e non aver mai vinto prima qualcosa in Italia. Potrebbe ma non può essendo Jannik: è un fuoriclasse sul piano mentale, uno che non sta cedendo in questi lunghi mesi per l’assurda spada di Damocle dell’affaire Clostebol figuriamoci se si fa intimidire dalla pressione. Il suo è il gruppo apparentemente più facile ma occhio: arrivando primo Jannik potrebbe trovarsi a incrociare la racchetta in semifinale con Zverev o con lo stesso Alcaraz.
Avesse avuto Carlitos nel girone, la semi sarebbe stata più agevole. Avrei preferito avere subito con me Alcaraz per poi incontrarlo solo in finale. Vorrei aggiungere una cosa sul Sinner uomo: annunciare che con il prize money del Six Kings Slam, ovvero sei milioni di euro, darà vita a una Fondazione benefica mi sembra una bella risposta a chi si domanda malignamente perché abbia scelto di vivere a Montecarlo».

Zverev 23%: «Più di Alcaraz è lui il secondo favorito. Sa come si vincono le Finals, lo ha già fatto nel 2018 da giovanissimo e, poi, nel 2021. Sul veloce e al meglio dei tre set, il crucco è tosto e sta giocando bene, si è visto a Parigi Bercy dove ha vinto il suo 23esimo torneo Atp».

Alcaraz 20%: «Lo dice anche il mio amico Ljubicic, sui campi indoor il fenomeno spagnolo sembra rendere un po’ meno. Non sta vivendo il momento migliore ma a Torino potrebbe allenare il proprio tennis, vincendo e salendo di condizione nel corso delle qualificazioni. Se è in giornata sarà l’Alcaraz che ha dominato Wimbledon e Roland Garros ma si piace troppo e talvolta esagera, va fuori dalle righe».

 

 


 

Medvedev 15%: «Le Finals le ha già vinte e questo è un punto a suo favore. Ma dicono abbia problemi a una spalla e non stia facendo faville. Anche moralmente sta subendo Sinner e perde troppo spesso».

Fritz 5%: «Il finalista di Flushing Meadows ha la dinamite nel braccio ma Jannik l’ha neutralizzata scientificamente a New York. Può vincere un paio di partite a sorpresa e, al massimo, arrivare in semifinale. Ma la vittoria resterà una chimera».

Ruud e Rublev 1% ciascuno: «Il norvegese si è un po’ perso rispetto al 2022 quando arrivò in finale qui a Torino mentre Rublev va spesso in tilt, vanificando quanto di buono c’è nel suo tennis. Possibilità per questi due? Minime, saranno i comprimari in questo G8 del tennis».

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