Ademola Lookman, lo "spaccapartite": Atalanta, come gode Gasperini
Ci sono i giocatori forti contro le squadre più deboli e poi ci sono i giocatori forti contro le squadre più forti. Ademola Lookman appartiene a questa seconda categoria, che poi è quella dei più grandi. Quando il gioco si fa duro, il vero Lookman inizia a giocare. Nel primo tempo contro il Napoli ha raggiunto le vette della finale di Europa League. A tratti sembrava un alieno piovuto sul pianeta terra per giocare a pallone. Il bello è che non si sforza per produrre queste prestazioni. Non entra in campo con una faccia diversa dal solito, non è incattivito, non si fa spingere dai nervi. È naturale, per lui, essere decisivo quando la squadra ha bisogno di un leader tecnico, forse perché nessuno glielo chiede.
È un equilibrio perfetto che le lusinghe del Psg a fine estate avrebbero potuto rompere, ma anche in questo Lookman e l’Atalanta sono stati perfetti. Il giocatore è stato sincero nel dire che ci stava pensando, il club è stato comprensivo nel concedere al giocatore qualche giorno di riflessione. Poi l’offerta giusta non è arrivata e sono tornati a lavorare insieme. Hanno normalizzato una situazione che poteva diventare velenosa per tutta la squadra e l’ambiente. Fino a che il mercato è rimasto aperto, Lookman non ha giocato. Gasperini e la società hanno rinunciato a un patrimonio per non esporlo a un pubblico magari arrabbiato per i pensieri di addio. Sono gesti che un calciatore intelligente non può non apprezzare e che possono diventare addirittura una motivazione, come se ora Lookman volesse sdebitarsi per il trattamento ricevuto in quei giorni di dubbi.
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Passata la paura, il nigeriano ha iniziato ad accumulare minuti, fiducia e numeri di nuovo strepitosi. Ora sono già 6 reti e 4 assist in 8 apparizioni di campionato più 1 gol e un assist firmati nel 3-0 di Champions allo Shakhtar. In serie A sembra sempre più spesso un giocatore fuori categoria: ogni 50’ mette la firma su una rete dell’Atalanta. Nessuno spacca le partite come lui in questo campionato. A differenza di altri calciatori, Lookman non viene influenzato dal sistema di gioco. Che ci sia o meno un attaccante al suo fianco, poco cambia: la zolla da cui punta, dribbla e tira è sempre la stessa ma gli avversari non riescono a tamponarla perché il nigeriano riesce a guadagnare inerzia praticamente da fermo. Così fa sembrare facili le cose in realtà più difficili del calcio: creare superiorità numerica e segnare senza avere tra i piedi occasioni da gol pulite.
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