Cerca
Cerca
+

Milan-Napoli, il retroscena esplosivo su Fonseca: "Qualcosa è successo nello spogliatoio"

Esplora:

Roberto Tortora
  • a
  • a
  • a

Qualcuno salvi il Diavolo… dall’inferno. Sembra paradossale, visto che in teoria dovrebbe essere il suo habitat naturale. E, invece, si è trasformato in un ambiente claustrofobico che rischia di soffocare qualsiasi ambizione per la stagione 2023/24. Nel pre-partita di Milan-Napoli, poi, Antonio Conte ci ha messo pure il carico, ammettendo che “il cartello lavori in corso vale più per il Napoli, visti i 22 punti di differenza dell’ultimo campionato. Fonseca è partito da una base più solida”. Quindi, è tutta colpa dell’allenatore portoghese, che rischia di perdere il treno Scudetto ed uscire anche dalla Champions League?

Di sicuro i risultati non lo aiutano: 12 partite giocate, Champions inclusa, e 5 sconfitte, con 16 gol subiti in totale. Il clima nello spogliatoio non è semplice, prima le intemperanze di Pulisic, poi quelle di Leao, il cooling break da separato in casa con Theo Hernandez, il rigore di Firenze calciato da Abraham invece che dall’americano in completo contrasto con le indicazioni dell’allenatore. Il cambio di rotta, dopo la fine del ciclo Pioli, sembra essere ancora mal digerito da un gruppo che si fa fatica a definire coeso. Leao, più di tutti, sembra in conflitto con Fonseca che, dal canto suo, continua a parlare di normalità: “Non c’è conflitto, ma io non prego i giocatori, non mendico l’impegno di nessuno”.

 


In più, tanti fattori collaterali che sembrano non poter incidere sulle faccende di campo, ma invece, alla lunga, hanno un riscontro. In dirigenza porte scorrevoli, con gli adii della statunitense Tania Moreno, responsabile marketing, e Roberto Masi, del business, mentre risulta congelato Marco Lomazzi, direttore delle operazioni stadio. E non favorisce il clima nemmeno San Siro, con la Curva Sud sì presente, ma senza più striscioni né un tifo organizzato che facciano sentire i giocatori come “a casa”. Contro il Napoli erano gli azzurri a ricevere maggior sostegno dai tifosi in trasferta. Motivo? L’inchiesta dello Stato nel mondo ultrà, specchio di un Paese che non vuole cambiare. Dal punto di vista finanziario, infine, c’è l’ombra su Gerry Cardinale e la sua capacità di rimborsare, entro il 31 agosto 2025, i 700 milioni di prestito che Elliott ha concesso per far sì che controllasse il Milan. E se l’operazione stadio a San Donato dovesse sfumare, RedBird manterrebbe comunque i terreni acquisti, dal costo di circa 55 milioni, ma rinuncerebbe ad un affare enorme, in questo momento LA priorità. L’unico sorriso arriva dal segno +4,1 milioni attestati nel bilancio al 30 Giugno 2024, che mandano il Milan in attivo per il secondo anno di fila. Magra consolazione, perché sul campo la squadra di Fonseca è tristemente a -11 (gara da recuperare con il Bologna) dalla vetta.

 

 

Dai blog