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Milan, Maignan irriconoscibile? Mugugni e strane voci: "Cosa gli sta succedendo"

Roberto Tortora
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Troppi punti persi, troppe lacune, troppi pensieri extra-campo della squadra. L’avventura di Paulo Fonseca al Milan è, per ora, una scalata: 5 ko in 12 gare, -11 dal Napoli capolista e, seppur c’è da recuperare la partita con il Bologna, anche un eventuale -8 sarebbe comunque un gap pesante dopo questa prima tranche di stagione. La fragilità difensiva del Diavolo è conclamata, al punto che se manca soltanto Gabbia il castello di carte crolla (vedi Pavlovic contro Lukaku). 

E anche Mike Maignan, che spesso toglie le castagne dal fuoco, accusa qualche calo di rendimento di troppo, cominciano i mugugni sul cuo conto. Contro la squadra di Antonio Conte il portiere francese non è sembrato reattivo come suo solito, soprattutto in occasione dei due gol subìti. L’artefice dello Scudetto 2022 è alle prese con una lunga trattativa per il rinnovo di contratto e la situazione sembra essere addivenuta ad uno stallo completo e silenzioso. Il suo calo di rendimento si potrebbe spiegare così, con qualche mugugno di troppo legato a questa vicenda, anche perché dal punto di vista fisico il francese ha superato gli acciacchi degli anni scorsi ed ha anche cambiato il suo preparatore, l’inglese Tony Roberts, ora alle dipendenze del Norwich City. Ora c’è il portoghese Antònio Ferreira.

 

Contro il Napoli, certo, mancavano alcuni elementi fondamentali dell’11 titolare come capitan Theo Hernandez, Tijani Reijnders, Matteo Gabbia, Christian Pulisic (per lui solo mezz’ora finale) e Tammy Abraham e questa squadra non ha la forza per sopperire alle loro assenze. Infine, la gestione Leao: anche quando è entrato in campo, il portoghese è sembrato svagato, ha provato qualche numero, ma non ha mai dato la sensazione di incidere. Dall’esclusione contro la Lazio, cui fece seguito il famoso episodio del cooling break separato, Rafa ha un rapporto sul filo della tensione con Fonseca, che ormai non gli perdona nessun passaggio a vuoto e lo alterna sistematicamente con Okafor. L’allenatore, dal canto suo, continua con il mantra: “Non c’è nessun caso e nessun problema, è la normalità”. Qualcosa, però, non è in armonia nello spogliatoio dei rossoneri e il mese che incombe, Novembre, sarà decisivo per le sorti della stagione sia in campionato sia in Champions League. Si va al Bernabeu contro il Real Madrid dell’ “amico” Ancelotti, animale però ferito dallo 0-4 subìto dal Barça, e a San Siro arriverà il 23 la Juventus, altrettanto desiderosa di non perdere più troppi punti per strada. Ritrovare compattezza e unità d’intenti, con una società si spera più presente a Milanello in settimana, è l’unica ricetta possibile.

 

 

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