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Bologna? Una città aperta. Tranne lo stadio di calcio

Leonardo Iannacci
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«Ragazzi, dove state andando? Lo stadio è chiuso per allerta meteorologica... È stata annullata la partita del Bologna. Non leggete i giornali? Anche la piscina dello stadio ha chiuso i battenti». È sabato pomeriggio a Bologna e, dopo giorni di tregenda, è scoppiata una nuova primavera: 21 gradi, magliette a maniche corte, ragazze che sono tornate a mettere in vetrina le loro forme. Forse abbiamo preso un abbaglio? Fabiano, un adolescente in ottima salute con zainetto e sorriso lunare, si volta e ci guarda malino: «Veramente no, è arrivato un sms della palestra. È apertissima. Chiude solo qualche ora prima. E l’ingresso è lo stesso della piscina. Ma allerta meteo zero, non vede che non sta neppure piovendo?
Anzi, fa un caldo boia».

IN CONTROPIEDE
Ci prende, dunque, per vecchi rincitrulliti. Rimpallati e stupiti, mentre in un sabato pomeriggio ridente stiamo curiosando davanti allo Stadio Dall’Ara, ci chiediamo molte cose. E i dubbi aumentano: ma come, ieri è stato deciso il rinvio di Bologna-Milan in seguito all’ordinanza del sindaco Matteo Lepore che ha preso tutti- Lega Calcio, Milan ma anche lo stesso club rossoblù- in contropiede vietando la regolare disputa della partita e oggi, qui allo stadio considerato inagibile, la storica palestra della Sempre Avanti che ha i suoi locali proprio sotto gli spalti, e quindi a rigor di logica dovrebbe essere chiusa anch’essa, pullula di persone che si stanno allenando? Vecchi sì, rincitrulliti non del tutto, ci diciamo. La partita fantasma si giocherà a febbraio ma non è questo il punto: camminando per le disastrate vie di un quartiere martoriato dalla violenza del maltempo, ci accorgiamo che una partita non è davvero nulla. Non si gioca? Pazienza. Qui c’è gente che ha perso tutto e finito le lacrime. I dubbi sono altri, non certo il calcio interruptus anche se Bologna-Milan ha vissuto una strana storia ed è la prima partita ad essere rinviata per maltempo in una giornata in cui non piove ma il sole divampa. E grazie al cielo, aggiungiamo.



Ieri, difatti, a Bologna era primavera, le condizioni non certo preoccupanti come detto dal sindaco e l’impressione generale che montava negli stessi bolognesi era che lo sbandierato allarme di Lepore sia stato quantomeno esagerato, e usiamo un eufemismo. Anche perché nei siti dei quotidiani locali - Resto del Carlino e Corriere, ad esempio - le notizie del maltempo stanno fortunatamente scalando nella graduatoria delle news, a felice testimonianza che le cose migliorano in città insieme al meteo che conferma, per tutti i prossimi giorni, sole e temperature lievi. In una giornata dichiarata a rischio dal sindaco che, dopo aver chiuso lo stadio ha utilizzato addirittura il terroristico “allerta arancione” del meteo seminando il panico fra i bolognesi già afflitti da giorni difficili, sono aumentati dubbi in noi e fra i bolognesi non allineati all’ideologia imperante secondo cui LepoAlcune immagini di ieri dello stadio Renato Dall’Ara, dove avrebbe dovuto giocarsi Bologna-Milan: accesso alla struttura regolarmente agibile, spalti e terreno di gioco pronti per ospitare la partita, che però non si è fatta dopo la contestata decisione del sindaco Matteo Lepore, al quale alcuni cittadini hanno dedicato degli ironici adesivi appesi qua e là in città, vedi foto a destra. E, sopra la “foto” del sindaco, un gruppo di Angeli del fango accorsi a Bologna re ha sempre ragione.

Nel quartiere Saragozza dove sorge lo stadio, una decina di case sono state allagate, molti gli sfollati, alcune cantine e garage sono stati sommersi dall’acqua del torrente Ravone e i meravigliosi Angeli del fango sono rimasti in azione per giorni. Impagabili questi ragazzi giunti a Bologna anche dalle regioni vicine per spalare e salvare quello che era rimasto integro dai condomini colpiti. Un monumento meriterebbero questi volontari che, restituendo subito un grazie, hanno chiesto in cambio solo qualche panino a pranzo, delle bevanda e poco altro. «Siamo contenti di essere qui a dare una mano, non si dica che i giovani sono sfaccendati e senza voglia di fare le cose. O almeno tutti non sono tali ma, sinceramente, non abbiamo capito perché Bologna-Milan sia stata rinviata. Io sono milanista e avevo una mezza idea, oggi, di cercarmi un biglietto per la partita...». Chi ci parla è Luciano, 22 anni, studente universitario inzaccherato di fango ma sorridente.

 

CORTEO E AUTO STORICHE
La cosa curiosa, però, e che fa aumentare i dubbi è che nelle ultime ore non ci sia stata uniformità nelle direttive di Lepore sul rinvio di eventi in cartellone a Bologna. Qualche esempio? Stoppata la partita di calcio, che secondo il sindaco non si sarebbe potuta disputare neppure a porte chiuse come avevano chiesto Milan e Lega Calcio, è stato però concesso che la riunione pugilistica Boxing Night, con la conquista del titolo Europeo dei pesi leggeri donne da parte di Pamela Noutcho, si sia regolarmente disputata a porte chiuse. E ancora: la manifestazione Auto e Moto Storiche, in cartellone alla Fiera, non ha avuto problemi di rinvii e ha visto migliaia di appassionati fra gli stand. E si è svolta pure la manifestazione contro il cambianento climatico (!) con un migliaio di ambientalisti in strada... Certo è stata rinviatala partita di basket della Fortitudo, ma per altri motivi che esulano dall’ordinanza del sindaco: il palasport è stato destinato da giorni a ospitare le colonne mobili della Protezione Civile provenienti dalle regioni Campania e Veneto, insieme alla Croce Rossa. Riflettiamo su tutto questo mentre il sole ci abbacina e pensiamo che Bologna è una città (ri)aperta. Lo stadio, no.

 

 

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