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Jannik Sinner, i giorni della paranoia: "Non mi potevo aprire con nessuno"

GAL
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Jannik Sinner tornerà in campo tra una settimana, in occasione del Masters 1000 di Parigi-Bercy. Tappa di avvicinamento fondamentale alle Finals di Torino, dove l’altoatesino vuole vivere una delle poche “prime volte” che gli sono rimaste nel tennis che conta: vincere a casa sua, in Italia. Intanto il numero uno al mondo ha rilasciato un’intervista a Federico Ferri, direttore di Sky Sport, in occasione del terzo capitolo di “Jannik, oltre il tennis”. 

Impossibile non parlare del caso Clostebol, con il ricorso della Wada che pende sulla testa di Sinner. In attesa della sentenza del Tas, l’altoatesino ha ripercorso i mesi difficili in cui ha giocato senza sapere se sarebbe stato assolto dall’Itia: «Era difficile, non mi potevo aprire con nessuno. Ero consapevole di non aver fatto niente, così mi sono rasserenato. Non posso controllare ciò che dirà il giudice. La parte più brutta è quando è uscita la notizia, ovvero prima di un grande Slam. Non mi sono allenato per evitare il casino, avevo sempre le camere addosso. Era difficile preparare uno Slam così, però mi ha aiutato a capire chi mi sta davvero vicino. Ci sono giocatori che non pensavo fossero amici mentre pensavo che altri lo fossero e invece non lo sono».

 

Per fortuna Sinner ha una forza mentale da numero uno assoluto, dentro e fuori dal campo. «Le partite si vincono con la testa - ha sottolineato -, tutti giocano bene a tennis, ma la differenza la fanno i dettagli. Nella mia testa so che posso vincere dei grandi tornei». Intanto a Vienna sono rimasti Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini a tenere alto l’orgoglio italiano: il carrarino è atteso da un quarto di finale durissimo contro Zverev; più alla portata quello del romano, che agli ottavi ha vinto una gran partita contro Tiafoe, eliminandolo al terzo set.

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