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Charles Lecerc, un vero "predestinato"? Ferrari, ancora un grosso dubbio

Leonardo Iannacci
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 Il ruolo del Predestinato, nello sport, è il più difficile da interpretare: se lo confermi spazzando via i rivali come sta facendo Jannik Sinner nel tennis, è dolce. Se ti viene affibbiato da tutti, compreso il compianto presidente della Ferrari Sergio Marchionne e poi vai incontri ad annate di magro raccolto, sono figuracce.

Ecco perché le ultime gare del 2024 di Charles Leclerc hanno rappresentato un’iniezione di fiducia per il 27enne monegasco, arrivato alla svolta dopo sei anni di F.1, 8 gare vinte e 26 pole position: nel 2025 diventerà finalmente un campione, dopo stagioni in altalena, oppure passerà alla storia di Maranello come un eterno incompiuto? Anche perché avrà come compagno di squadra Lewis Hamilton, uno che sa bene come mettere la testa sott’acqua a chi corre con lui.

 

 

 

Il presente però sorride a Charles: ha stravinto ad Austin, pista favorevole alle Rosse, con una magia in partenza e ha poi tenuto un ritmo indiavolato che ha portato la Ferrari a sognare il titolo costruttori. I 5 gp ancora da correre (Messico, Brasile, Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi) significano oltre 200 punti a disposizione e al conto vanno aggiunte due Sprint (Brasile e Qatar): le 48 lunghezze di distacco dalla McLaren non sono una montagna da scalare, più affannosa semmai l’ascesa di Leclerc verso il titolo piloti visto che è a -79 da Verstappen. Ma il trionfo in Texas suggerisce anche un pensiero felice per il futuro: la SF-24 è migliorata dopo gli sviluppi portata Monza e, l’anno prossimo, l’ultimo con il vecchio regolamento, può portare benefici alla SF-25 che sarà affidata ad Hamilton e allo stesso Leclerc.

 

 

 

La McLaren ha trovato la via giusta per la competitività ma non sembra lontanissima, la Red Bull non è il missile del passato e la Mercedes annaspa. Sperare non è vietato per Maranello e per un Leclerc veloce e furbo. E che ha un obiettivo: cancellare l’etichetta di Predestinato. Il segreto? Dargli una Ferrari degna del suo talento.

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